sabato 15 marzo 2025
Domenica attesi in 30mila nelle strade della Capitale. Ai nastri di partenza anche le staffette solidali di Athletica Vaticana e dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù
L’edizione 2024 della Maratona di Roma

L’edizione 2024 della Maratona di Roma - Fotogramma

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Roma, la città eterna, ha accolto i suoi gladiatori. Domenica mattina, con partenza alle ore 8, sono attesi 30mila runner per le strade romane lungo il percorso di quarantadue chilometri, con partenza dal Colosseo e arrivo per la prima volta al Circo Massimo. Maratona capitolina giunta alla sua trentesima edizione: è a partire dal 1995 che avviene una significativa riorganizzazione e la gara assume i connotati di come la conosciamo oggi, passando per le mani di Italia Marathon club che nel giro di pochi anni riesce a portare la gara romana come la manifestazione più partecipata di tutta Italia con quindicimila runner al via, fino a conquistare nel 2011 la Iaaf golden label (il più alto riconoscimento per una gara assegnato dall’ente mondiale di atletica leggera). Un trentesimo anniversario considerato ancora più speciale visto l’anno giubilare in corso nella capitale, così come accadde nel 2000.

Il Dicastero per l’evangelizzazione, con il pro-prefetto monsignor Rino Fisichella, ha infatti concesso agli organizzatori il patrocinio ufficiale inserendo così la gara negli eventi ufficiali del Giubileo 2025. I maratoneti godranno infatti, al sedicesimo chilometro della gara, del suggestivo passaggio in via della Conciliazione, in piazza Papa Pio XII e Largo del Colonnato: il tutto, potendo ammirare la Basilica di San Pietro.

A voler sfogliare bene i libri di storia però la maratona romana ha ben più anni di quelli che dimostra: risale infatti al 1906 la prima edizione di cui si ha memoria scritta. A vincere quell’edizione fu l’atleta italiano Dorando Pietri, tagliando l’allora traguardo posto a piazza Siena. L’atleta italiano passerà alla storia due anni dopo, quando alle olimpiadi di Londra del 1908 tagliò il traguardo per primo, stremato e senza più forze, sorretto dai giudici di gara. Pratica non consentita dal regolamento per cui l’atleta italiano fu squalificato e privato della medaglia d’oro. Nonostante ciò, lo sforzo immane compiuto dell’atleta italiano per giungere al traguardo a tutti i costi entrò nei cuori delle persone presenti alla gara tanto da convincere la regina Alessandra a premiarlo con una coppa d’argento dorata. Sarà, per rimanere in tema di giochi olimpici, l’edizione del 1960 a consegnare alla storia la maratona di Roma. Celebre la vittoria dell’etiope Abebe Bikila, che percorse tutto il percorso della gara a piedi nudi. È il primo alloro olimpico per l’Etiopia e per l’Africa Nera. La rivincita di un intero continente sul suo passato coloniale. Quando i cronisti gli chiesero perché abbia corso scalzo, Bikila rispose: «Ho voluto che il mondo sapesse che il mio Paese ha sempre vinto con determinazione ed eroismo». Oltre al senso di rivalsa ci fu anche una spiegazione più concreta del perché l’atleta etiope corse senza scarpe: le calzature che avrebbe dovuto utilizzare per carreggiare arrivarono a Roma soltanto il giorno prima della gara, per giunta di un numero più piccolo. Nell’albo d’oro degli italiani spicca il nome di Stefano Baldini, capace di conquistare la sua unica vittoria sulle strade romane nel 1998, sei anni prima della sua medaglia d’oro alle olimpiadi di Atene. In occasione dell’anno Giubilare del 2000 e dell’avvento del ventunesimo secolo, la manifestazione in via del tutto eccezionale assunse la denominazione di Roma Millennium Marathon, diventando il primo evento sportivo del ventunesimo secolo con partenza proprio il primo di gennaio. Fu anche la prima volta che la gara partì da piazza San Pietro, con Giovanni Paolo II affacciato alla finestra a porgere la benedizione a tutti i partecipanti. «Benedico volentieri tutti voi che partecipate alla manifestazione. All’alba di un nuovo anno percorrendo le strade della città di Roma, voi vi fate messaggeri di fraternità e pace» questo il messaggio del pontefice accompagnato dal suono delle campane di San Pietro che sostituirono il classico colpo di pistola come segnale di partenza. Impresso nell’albo d’oro della gara non può passare inosservato il successo del 2010 del keniota Siraj Gena che tagliò il traguardo scalzo in onore di Abebe Bikila. Mezzo secolo dopo l’atleta keniota si tolse le scarpe a circa 500 metri dall’arrivo dove ad attenderlo era presente uno dei figli di Bikila. Ai nastri di partenza di questa trentesima edizione anche una storia tutta da raccontare: Richard Whitehead, atleta paralimpico inglese, due volte medaglia d’oro e simbolo di resilienza e determinazione. Nell’ambito della sua incredibile sfida di completare 100 maratone entro il 2025, la capitale italiana sarà ancora una volta una delle città in cui lascerà il segno. Dalle gesta dei campioni del passato fino ai passi di chi ha corso per una causa, la Maratona della Capitale si conferma un viaggio tra gloria e sacrificio: la città eterna ha accolto i suoi eroi.

Prima del via in silenzio per il Papa

Sono diverse le iniziative solidali in concomitanza con la trentesima maratona di Roma. A fianco di Acea Run Rome Marathon sono scese in campo Athletica Vaticana e l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma aderendo entrambe alle staffette solidali organizzate per raccogliere fondi a sostegno delle Organizzazioni no profit (Onp). Non solo quindi corsa individuale ma anche di squadra con un unico e grande obiettivo: mettere l'accento sulle questioni sociali e sostenere il lavoro delle Onp che hanno aderito al Charity Program.

La grande comunità del Bambino Gesù, composta da dipendenti, volontari e aziende partner aderendo al programma, ha sostenuto il progetto di accoglienza e cure umanitarie destinato ai minorenni provenienti dall’estero attivato tramite la piattaforma “Rete del dono – Corri con il bambino Gesù”. Gli atleti, suddivisi in 23 squadre da 4 atleti l’una (ogni runner percorrerà circa dieci chilometri, prima di passare virtualmente il testimone al compagno successivo) indosseranno il pettorale del Bambino Gesù per tutto il percorso della gara. Diverse anche le iniziative che hanno visto coinvolta la Santa Sede, rappresentata dalla sua polisportiva voluta proprio da papa Francesco nel 2018, sia all’interno della manifestazione che all’esterno. Nell’ambito del progetto delle staffette solidali Athletica Vaticana ha schierato al via sei squadre.

Per onorare l’anno giubilare in corso, ha assegnato a quattro staffette il nome delle quattro basiliche romane con la Porta Santa (San Pietro, San Giovanni, Santa Maria Maggiore e San Paolo), alla quinta staffetta il nome della Bolla di indizione dell’Anno Santo (Spes non confundit, composta da guardie svizzere) mentre per la sesta è stata assegnata il nome del motto di Papa Francesco (Miserando atque eligendo). Nell’edizione 2024 le staffette avevano il nome di due encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti e di due esortazioni apostoliche - Evangelii gaudium e Laudate Deum - di Papa Francesco. Destinataria della raccolta fondi delle staffette solidali è l’associazione “Edoardo con noi - contro il diabete”. Come già avvenuto nell’edizione passata anche quest’anno Athletica Vaticana consegnerà la Coppa degli ultimi, realizzata dall’artista romana Barbara Salvucci.

Al termine della manifestazione verrà assegnata la coppa ad un’atleta che ha testimoniato valori fondamentali come inclusione, solidarietà, resilienza e speranza attraverso lo sport. Infine, pochi minuti prima dello sparo dello starter, gli organizzatori e Athletica Vaticana assieme ai 30mila runner pronti sulla linea di partenza, daranno vita ad un emozionante flash mob dedicato a Papa Francesco: per quarantadue intensi secondi – ovvero uno per ogni chilometro di gara – tutte le persone presenti potranno dedicare un pensiero, una preghiera o un saluto al Pontefice, in un momento di silenzio e raccoglimento carico di significato. Una grande dimostrazione di affetto collettivo a Francesco: un’iniziativa di alto valore simbolico, nella speranza che gli arrivi forte l’abbraccio di tutti i maratoneti al Policlinico Gemelli dove è ricoverato.

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