mercoledì 18 ottobre 2023
La Biblioteca Nazionale 'Vittorio Emanuele III' di Napoli ha concluso la digitalizzazione e la pubblicazione del Fondo Carte Leopardi: gli autografi dei Canti, le prose, l'epistolario, gli appunti
Ritratto di Giacomo Leopardi

Ritratto di Giacomo Leopardi - Pubblico Dominio

COMMENTA E CONDIVIDI

Tutti i manoscritti di Giacomo Leopardi sono online. Dai "Canti" allo "Zibaldone", passando per le opere in prosa, i discorsi, i saggi, le prefazioni, ma anche i volgarizzamenti e le traduzioni, persino i frammenti, gli abbozzi, le tracce autobiografiche, gli elenchi di letture, i disegni letterari e infine l'epistolario: tutto il corpus autografo del poeta, scrittore e filosofo di Recanati è stato digitalizzato e pubblicato sul web. Studiosi, studenti e semplici appassionati e perché no, anche curiosi possono accedere al laboratorio della scrittura di Leopardi, tra versioni diverse, cancellazioni, correzioni.

Si tratta dell'inestimabile patrimonio del fondo Fondo "Carte Leopardi" della Biblioteca Nazionale 'Vittorio Emanuele III' di Napoli, di cui l'istituzione partenopea ha concluso in questi giorni il lavoro di digitalizzazione, riversamento e pubblicazione. Sono state prodotte 15.202 immagini tra opere rilegate e carte sciolte: un'operazione complessa effettuata con la collaborazione della società Inarte ed in parte sostenuta dal finanziamento dell'8 per mille.

L'autografo di 'A Silvia', di Giacomo Leopardi

L'autografo di "A Silvia", di Giacomo Leopardi - Biblioteca Nazionale di Napoli

Alla morte di Giacomo Leopardi nel 1837, i suoi autografi rimasero in possesso di Antonio Ranieri, amico napoletano del poeta, che le custodì e ne preservò l'integrità per oltre cinquant'anni. Fu appunto Ranieri che ne dispose il passaggio per lascito testamentario alla Biblioteca Nazionale di Napoli, a cui le carte sarebbero pervenute, tuttavia, soltanto al termine di una lunga controversia giudiziaria. Espropriato dallo Stato nel 1897 e affidato dapprima all'esame di una commissione ministeriale insediata nella Biblioteca Casanatense di Roma e presieduta dal Carducci, il prezioso archivio leopardiano sarà ufficialmente consegnato all'istituto napoletano il 19 maggio 1907. Oltre alla documentazione autografa della maggior parte dei Canti (tra gli altri Alla luna, L'Infinito, Ultimo canto di Saffo, A Silvia, Le ricordanze, Il sabato del villaggio, Canto notturno, ecc.) e delle Operette morali, il fondo conserva i manoscritti d'autore del Saggio sopra gli errori popolari degli antichi (1815), del Discorso di un Italiano intorno alla poesia romantica (1818), del Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl'Italiani (1824), dei centoundici Pensieri (1831-1835) e, in primo luogo, le 4526 pagine dello Zibaldone (1817-1832), ora raccolte in sei volumi. Cospicue sono peraltro le testimonianze epistolari e i materiali avantestuali afferenti al laboratorio leopardiano - quali abbozzi, schede di lavoro, annotazioni bibliografiche, programmi di lettura, ecc. - che sono in grado di documentare l'estesa e complessa parabola evolutiva della scrittura leopardiana dagli anni giovanili agli ultimi esiti del periodo napoletano.

Si può dunque parlare del corpus pressoché completo delle opere del grande poeta. Restano alcune eccezioni per l'epistolario, nella parte di lettere indirizzate da Giacomo Leopardi ad altri, che la Biblioteca napoletana sta incrementando con ricerche ed acquisti mirati sul mercato antiquario sostenuta dalla Direzione generale Biblioteche del Ministero della Cultura.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: