Si gioca con il tempo e con lo spazio nell’opera musical
Karol Wojtyla - La vera storia: la prospettiva cambia continuamente, teatro ed effetti speciali si fondono in un prodotto sorprendente e quella storia «che merita di essere raccontata» perché narra di un uomo speciale, diventa del tutto originale. Non sono gli anni del Pontificato al centro della narrazione, ma l’infanzia e la giovinezza di Giovanni Paolo II: la Polonia della natia Wadowice, la fede vissuta in famiglia e la sofferenza per la perdita della madre Emilia e del fratello Edmund; gli studi a Cracovia e la passione per il teatro; la guerra vissuta sulla pelle ed il lavoro duro tra gli operai; quelle radici umane insomma che l’hanno cresciuto, fortificato, reso l’uomo che il mondo ha conosciuto, in una cronistoria vivacizzata da continui flashback ed un unico filo conduttore: il 13 maggio 1981, giorno dell’attentato in piazza San Pietro, vissuto attraverso gli occhi dell’allora segretario del Papa, Stanislaw Dziwisz. Il fondale del palco è un’immensa parete di specchi inclinata: è questo l’originale espediente della regia di Duccio Forzano, noto al grande pubblico per il Festival di Sanremo e Che tempo che fa. Su di esso vengono proiettate scenografie, filmati e immagini grafiche; lo specchio moltiplica gli attori e riflette i personaggi; come un magico portale da esso appaiono le figure dall’aldilà e, nella trasparenza, i ballerini danzano i momenti salienti del racconto. Lo spettatore sceglie la prospettiva con cui guardare, godendosi lo spettacolo a 360°. Coprotagonista del racconto sicuramente la musica: la colonna sonora, opera dell’artista israeliana Noa, che cantò anche per Wojtyla; del suo direttore musicale e chitarrista Gil Dor e dei Solis String Quartet, accompagna perfettamente lo spettacolo, con melodie che spaziano dalla lirica al pop, in una sapiente combinazione che lo rende davvero un’opera musical. Giovani e di talento gli attori del cast, artisti professionisti che interpretano più di un ruolo: Barbara di Bartolo, Roberto Rossetti, Simone Pieroni,Virgilio Brancaccio, Massimiliano Colonna, Matteo Macchioni, Beatrice Arnera, Jacopo Bruno e il piccolo Alessandro Bendinelli. Questo ambizioso progetto, sostenuto dalla Consulta nazionale delle Aggregazioni laicali e dalla Fondazione Giovanni Paolo II per la gioventù, porta la firma di numerosi autori: Donatella Damato, Patrizia Barsotti, Gaetano Stella e lo stesso regista Duccio Forzano (collaborazione alla regia di Francesca Satta Flores); le coreografie affidate a Tuccio Rigano e Annamaria Perilli e i costumi a Maria Sabato. Dopo la prova generale sul palco del Modigliani Forum di Livorno, la produzione Cicuta, guidata da Mauro Longhin, porterà l’opera musical in prima mondiale a Cracovia il prossimo 2 aprile, mentre in Italia tornerà in scena a Roma il 15 aprile al teatro Brancaccio di Roma, dove resterà per tutto il periodo della canonizzazione di Giovanni Paolo II.