lunedì 20 agosto 2012
L'artista di Sarajevo sarà il maestro concertatore della Notte della Taranta a Melpignano (Lecce) in programma il 25 agosto. «Sul palco unirò la tradizione del Salento a quella delal mia terra per conocerci meglio. Il dialogo è il futuro». ​
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​«Con la mia musica unirò le due sponde dell’Adriatico, il Salento e i Balcani». E anche l’Afghanistan. Il musicista di Sarajevo Goran Bregovic sarà il maestro concertatore il 25 agosto della Notte della della Taranta, presso il Convento degli Agostiniani a Melpignano (Lecce), cui sono attese 100mila persone. Una serata trasmessa in diretta in esclusiva da Cielo (canale 26 del digitale terrestre) dalle 22. Il ritmo antico della pizzica lancia un nuovo messaggio di fratellanza, che grazie a Cielo, in collaborazione con lo Stato Maggiore della Difesa, arriverà fino ad Herat in Afghanistan, dando la possibiltà ai 4000 militari italiani in missione (di cui molti di origine salentina) di assistere in diretta al concerto. La manifestazione, giunta alla quindicesima edizione, è attualmente in corso in 15 comuni salentini. Per il Concertone finale l’Orchestra «La Notte della Taranta» incontrerà la Wedding and Funeral Band di Bregovic.Goran, lei ha un rapporto speciale con l’Italia. Certo, ed è per me un onore inimmaginabile essere il direttore artistico di questa grande festa. Sono stato coinvolto dall’entusiasmo della gente salentina: sul palco ci divertiremo e trasmetteremo energia positiva. «La Notte della Taranta» mi ricorda molto il festival di Guca, un paesino a tre ore di macchina da Belgrado. In agosto lì arriva un milione di persone. Per questo ho voluto creare un gemellaggio. Io faccio venire Nenad Mladenovic and His Orchestra che hanno vinto nel 2010 il Festival di Guca, e poi esporterò la pizzica in Serbia.Insomma, la musica riuscirà ad attraversare pacificamente l’Adriatico.Un piccolo mare che però ha fatto sì che per secoli non ci conoscessimo. Ora vogliamo proporre unione. Con la musica si rende possibile l’impossibile. Questo non cambia il mondo, ma lascia una piccola traccia nel cuore. Guardi la mia Orchestra per Matrimoni e Funerali: abbiamo cantanti bulgari, musicisti macedoni, romeni, serbi, Rom, e poi ci sono io da Sarajevo. A Melpignano avremo come ospiti anche una band croata e una serba. Faremo una piccola pace sul palco. La musica tradizionale ha sempre più successo. Come se lo spiega?Per la prima prima volta nella storia le piccole culture influenzano le grandi, non solo la musica, ma anche il cinema, la letteratura, la cucina. Il mondo è cambiato e io sono ottimista verso il futuro. La crisi? Sono cose che passano. A Sarajevo la guerra è passata, io ora abito lì, ci vuole tempo per dimenticare ma un futuro è possibile. Certo, sono dovuto fuggire e i miei tre figli, che hanno 17, 11 e 8 anni sono nati e cresciuti a Parigi. È difficile amare i paesi come i Balcani, richiede troppi sacrifici, ma io sono tornato. Loro, invece, restano in Francia perché per loro desidero un destino diverso: i miei nonni sono stati tutti soldati, anche io stavo per diventare soldato. Spero che non si ripeta più.A settembre lei pubblica un nuovo cd «Champagne for gipsies», suonato insieme ad artisti gitani. È difficile capire tanto accanimento in tutto il mondo contro i rom. Io farò un omaggio al loro grande talento musicale, con ospiti come Gipsy Kings e Gogol Bordello.
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