«La Bibbia» arriva su Rete4Il film Son of God è tratto dalla serie tv La Bibbia , che ora sbarcherà in Italia (su Rete4 dal 23 marzo in cinque prime serate la domenica, in vista di Pasqua) e che ha raccolto negli Stati Uniti un record davvero notevole: 100 milioni di telespettatori in totale, il miglior risultato per un canale via cavo. Negli Usa, infatti, a trasmettere The Bible, prodotta da Mark Burnett e Roma Downey, è stato History Channel. Un successo talmente imponente da portare la produzione a tentare l’esperimento anche al cinema: Son of God vede lo stesso attore della miniserie tv, il portoghese Diego Morgado, interpretare i panni di Gesù. L’esperimento è riuscito dato il successo anche nelle sale americane. La miniserie di 10 ore ha visto al lavoro sul set ben 47 esperti fra sceneggiatori, teologi, consiglieri e studiosi biblici, per garantire una massima attenzione alle ricostruzioni. La versione italiana della serie ha coinvolto 180 doppiatori. La voce narrante è stata affidata a Paolo Buglioni, quella di Dio a Massimo Lopez e quella di Gesù a Fabio Boccanera.
GESÙ È boom anche al cinemaGiovanni, voce narrante, come se aprisse e rileggesse le pagine della Bibbia prima di vergare il suo Vangelo, ricorda bene, ripercorrendo la storia della salvezza, come il Signore Dio sia sempre stato accanto al suo popolo per sostenerlo, guidarlo verso la terra promessa, punirne i peccati e le infedeltà, proteggerlo dai nemici, con amore viscerale e infinito: Adamo, Noé, Abramo, Mosé...«Dio era lì». Poi, nella pienezza dei tempi, il Verbo si fa carne, quando il Padre invia il Figlio nel mondo. Son of God è la versione cinematografica di due ore e diciotto minuti portata nelle sale americane e canadesi con grande successo a fine febbraio (nelle nostre non arriverà) realizzata utilizzando alcune scene tratte od omesse dalla seconda parte della miniserie La Bibbia, dal 23 marzo in onda su Rete 4. La regia di Christopher Spencer e la sceneggiatura che lo ha visto autore insieme a Richard Bedser, Colin Swash e Nic Young, sono costrette a fare scelte di montaggio rigorose: appena evocati i Magi, pochi i minuti dedicati alla nascita (Maria è Roma Downey, anche produttrice), scomparsa l’infanzia e tutto ciò che precede l’inizio della missione pubblica di Gesù. Il film si apre cosi sul volto sorridente dell’attore portoghese Diogo Morgado che lo interpreta, mentre assapora l’aria di Galilea e ne rimira il mare da uno sperone di roccia. Laggiù le barche dei pescatori e quella di Pietro, che da lì a poco chiamerà a se. Confuso, con una rete traboccante di pesci, domanda: «Che cosa faremo ora?». La risposta, efficace: «Cambieremo il mondo». Sono pochissimi gli aggiornamenti che il testo si concede rispetto a quello che troviamo nel Vangelo, sono numericamente contenute le scene che se ne allontanano. Non ci sono tentazioni revisionistiche nel film, aggiornamenti stilistici, compiacimenti sulla violenza, blasfeme trasgressioni o scandali annunciati, che piacciono tanto al marketing. Non trovando alcuno spunto, si è criticata la prestanza fisica di Gesù, il cui fascino è indiscutibile quando chiama e predica con grande dolcezza, sfoggiando sempre un cenno di sorriso, quello che solo nella Passione si trasformerà nei lineamenti contorti dell’agonia. Dall’ingresso a Gerusalemme alle apparizioni del Risorto, ci sono degli intestizi narrativi non evocati dalle pagine del Vangelo che diventano la parte drammatica più interessante, quando volti, atteggiamenti e appartenenze religiose e culturali diverse sono messi a confronto: mentre Nicodemo ascolta Gesù, interrogandosi sul suo mistero, Giuda presta molta attenzione all’offerta di Caifa per il tradimento, due dialoghi concisi e paralleli retti benissimo dagli attori. E addirittura una triplice preghiera divide e unisce tutti i protagonisti che da lì a poco giudicheranno, soffriranno ed entreranno a vario titolo nella storia: Cristo nel Getsemani invoca il Padre, Caifa (Adrian Schiller, bravissimo) nel tempio si rivolge a Jahv e Pilato, insieme alla moglie Claudia Procula, ai suoi dei. E per calibrare il tradimento di Pietro con il perdono di Gesù, i due si scambiano un ultimo, sofferente, silenzioso sguardo mentre il loro volto è schiacciato nella polvere. Umanità e divinità così vicine sulla nuda terra. Il conforto e la speranza.