A sostenere la ricerca, che è in corso presso l’U.O. di Nefrologia dell’Ospedale San Paolo di Milano, nell’ambito del progetto Europeo Athena, sono diversi attori della filiera del gelato artigianale, dalla rivista specializzata puntoIT ad associazioni di settore, i quali, oltre alla borsa di studio, hanno lanciato una campagna di comunicazione. Entrando nelle gelaterie che hanno aderito all’iniziativa locandine e segnalibri ricordano che “Il gelato artigianale fa bene e aiuta la ricerca scientifica”. Un invito, dunque, a scegliere con più piacere ancora i gusti di coni e coppette, che in questa stagione conoscono, soprattutto al Sud, il picco di vendite.
Secondo i dati forniti da Sigep, la fiera di settore che si tiene a Rimini, in Italia si consumano annualmente quasi 170mila tonnellate di gelato artigianale, ossia 2,7 chili a testa. A guidare la classifica sono le regioni del Nord, dove il prodotto è acquistato con costanza durante l’anno, con il 52%, seguite da quelle del Sud, dove le vendite sono concentrate nel periodo estivo, con il 30%, per finire con quelle del Centro con il 18%. Nonostante la crescita di attenzione e sperimentazione da parte dei gelatieri di nuovi gusti legati ai prodotti del territorio e all’abbinamento con il cibo, i gusti preferiti restano quelli classici: cioccolato, nocciola, limone, fragola, crema, stracciatella, pistacchio.
Scegliere allora un gelato alla frutta, meglio se fragola, mirtilli, lampone, piuttosto che nocciola, noci, mandorle, aiuta a stare meglio in salute. “L’introduzione del gelato in diete che a volte sembrano quasi punitive – sostiene Elena Dogliotti, ricercatrice della Fondazione Veronesi cui è stata assegnata la borsa di studio – le rende più appetitose e può facilitare chi le deve seguire. In particolare, un gelato artigianale fatto di frutta fresca e secca può sostituire un pasto e agire in modo positivo sull’organismo, prevenendo alcuni disturbi”.