Dario D'Ambrosi con gli attori del Teatro Patologico
Otto attori a sostegno del Teatro Patologico. Specie in questo momento di difficoltà dovuto al blocco degli spettacoli dal vivo, a causa dell'emergenza coronavirus. Sebastiano Somma, Claudia Gerini, Paola Cortellesi, Claudio Santamaria, Vinicio Marchioni, Marco Bocci, Francesco Montanari, oltre a Domenico Innacone di Raitre hanno registrato un video (che si può vedere più sotto) per promuovere il Festival Internazionale del Cinema Patologico, che inizia il 17 aprile e si protrarrà fino al 26 aprile.Se infatti le norme per il distanziamento sociale impediscono di andare in scena o al cinema, il regista e direttore artistico Dario D’Ambrosi e i suoi collaboratori hanno pensato di trasferire la rassegna, uno degli appuntamenti tradizionali del Teatro Patologico, interamente sul web. L’appuntamento è, come già detto, per il 17 aprile, quando partirà l’XI edizione del Festival Internazionale, organizzata anche grazie al sostegno del gruppo Euroma2 e del suo presidente Davide Zanchi. Il sito è www.teatropatologico.com,
Su questa piattaforma, comunica una nota degli organizzatori, «sarà possibile vedere i cortometraggi ed i lungometraggi selezionati (arrivati da tutto il mondo: India, Iran, Egitto, Canada, Messico, Russia, Francia, Polonia, Uganda) e che verranno valutati dalla particolarissima Giuria di questo Festival, ciò che lo rende davvero unico al mondo». La giuria, infatti, sarà interamente composta dagli attori diversamente abili della Compagnia Stabile del Teatro Patologico e dagli allievi del primo Corso Universitario di “Teatro Integrato dell’Emozione”, ideato e realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Gli attori diversamente abili del Teatro Patologico infatti, in questo modo non solo curano le proprie patologie, ma acquiscono anche competenze lavorative legate al mondo dello spettacolo.
La direzione artistica è a cura di Dario D’Ambrosi. «Il Festival – prosegue il comunicato diffuso ieri – intende promuovere il giovane cinema italiano e straniero ed attivare sinergie tra il mondo del cinema ed ambienti in cui si lavora sul disagio mentale e l’emarginazione sociale, convinti che questo possa contribuire ad un’evoluzione del linguaggio cinematografico stesso».
Questo aggettivo, “patologico”, associato al nome del Festival, precisa la nota, «si riferisce, in senso lato, alla composizione della giuria dello stesso ma non ai temi dei lavori presentati, i quali non saranno necessariamente attinenti alla tematica del disagio sociale, ma spazieranno attraverso i più svariati contesti». «Per noi è importante non fermarsi – afferma D’Ambrosi –. I nostri ragazzi e le loro famiglie, infatti, risentono più degli altri della forzata clausura imposta dalle norme sanitarie. Ed è difficile immaginare il dramma che stanno vivendo in queste settimane. Perciò – conclude il regista – non sarebbe male pensare a permessi particolari che consentano loro di uscire, onde allentare la tensione».