È uno degli artefici della TV francese, sceneggiatore e produttore di documentari, fiction e telefilm che spopolano nelle emittenti transalpine. Thiérry Bizot è un manager tra i più affermati nel suo settore in Europa. Ha fondato nel 1999 con Emmanuel Chain la società
Elephant et cie con la quale ha realizzato il filmdoc
L’argent de la Resistente (2012), il telefilm
La nouvelle blanche-neige diretto da Laurent Beregui (2011); ha firmato la sceneggiatura della serie TV
La famille Zappon (2005). Figlio dell’ex governatore della Banca di Francia, prima di intraprendere la carriera di produttore si è fatto le ossa come dirigente dell’Oréal. La sua vita è piena di impegni, ha una moglie e tre figli, vive a Parigi. Viene da una famiglia borghese e sin da piccolo non gli è mancato mai nulla. «Ma solo dopo l’incontro amoroso con Cristo avvenuto sei anni fa, è cambiato il mio sguardo sulle persone e sulla realtà» dice. «Perché mi sono accorto che la vera felicità sta nel perdono e nell’umiltà. Da allora non sono più l’eroe principale della mia vita e mi sento amato come non mi era mai capitato prima». Sulla sua conversione, che in Francia ha fatto scalpore, Bizot ha scritto un romanzo autobiografico ora pubblicato in Italia da Castelvecchi,
Cattolico anonimo, da cui è stato tratto il film
L’amore inatteso, diretto da Anne Giafferi, che in Francia è stato un vero e proprio caso e che è uscito nelle sale italiane nel marzo del 2013.Il produttore, nato a Milano nel 1962 e vissuto qui fino all’adolescenza, è tornato nei giorni scorsi nella sua città natale per raccontare per la prima volta in Italia la svolta della sua vita. E lo ha voluto fare nella chiesa di Santa Marcellina e San Giuseppe alla Certosa in viale Espinasse, di fronte al parroco don Enrico Nespoli e ai parrocchiani. «Il mio cambiamento è avvenuto proprio nella parrocchia a 300 metri da casa mia – ha esordito – seguendo un corso di catechesi che non avrei voluto fare: pensavo che i cattolici fossero tutti poveracci, degli illusi, invece il poveraccio ero io che non vedevo la bellezza della Verità». Bizot era e rimane un grande fan di David Bowie: «Seguo sempre i suoi concerti e ascolto i suoi dischi di cui credo di essere uno dei maggiori collezionisti al mondo: dispongo di 650 pezzi con brani rarissimi». Una passione, quella per il cantante, a cui non ha rinunciato nonostante gli impegni di «semplice testimone della fede» che si sono aggiunti a quelli di lavoro. «Ma io – spiega – non ho avuto una conversione spettacolare, il cambiamento è stato soprattutto nella mia intimità ma adesso in Francia sono diventato, anche per chi prima di cristianesimo non voleva parlare, un cattolico di servizio: mi chiamano nei talk show, nelle radio, mi chiedono di spiegare quello che succede nella Chiesa, quando si elegge il Papa o quando succede qualcosa che i cosiddetti laici non capiscono. È cambiato il mio sguardo, ma io continuo a cercare quel Cristo che mi ha fatto conoscere la gioia, amo di più la mia famiglia e mi sento più amato. Continuo anche a seguire il catechismo in parrocchia a Parigi perché la Parola di Gesù mi sia sempre più chiara». Il messaggio della Verità deve passare da persona a persona, conclude. «Devo il mio cammino di fede a un insegnante di mio figlio: mi chiamò a scuola perché in quel periodo, aveva 13 anni, come gran parte degli adolescenti sembrava privo di energia e non rendeva come prima in varie materie. Dal professore mi aspettavo una reprimenda sui miei doveri di padre, invece mi incoraggiò cercando il positivo. Alla fine lo ringraziai e lui mi invitò a un corso in parrocchia. Non ci volevo andare – prosegue –, i miei amici mi avrebbero preso in giro e anche mia moglie non era entusiasta che io partecipassi a una riunione religiosa. Ma io ci andai lo stesso pensando che quei poveracci avrebbero avuto bisogno di un intellettuale come me... Invece fui io a rimanere folgorato dalla Parola di Dio e dalla loro umiltà». E non è stata un’esperienza tutta rose e fiori: «Sono stato toccato nel profondo del mio animo, sono stato sconvolto dal messaggio rivoluzionario di Gesù arrivando persino a commuovermi, un cuore duro come il mio...».