Una finale rocambolesca con tanto di carambola è quella che regala l’argento ad Arianna Fontana nei 500 metri dello short track. Tre atlete su quattro finiscono sul ghiaccio, la cinese Jianrou Li si ritrova davanti al traguardo, sola e incredula: sembrava destinata a guardare il podio da fuori, invece sale sul gradino più alto. Le altre tre si rialzano frettolosamente per catapultarsi sulla linea d’arrivo, la Fontana finisce terza, preceduta dall’inglese Christie, la pattinatrice che aveva provocato la caduta e per questo punita dalla giuria con la squalifica.
Così l’azzurra si ritrova con la medaglia d’argento al collo. Soddisfatta anziché delusa: «Sono felice per questo argento anche se ero in finale per vincere». Arianna guarda avanti senza rammarico e senza piangersi addosso. «È un argento che vale oro: ero consapevole mie capacità e volevo entrare in tutte le finali. È arrivata la medaglia e ora vedremo cos'altro riuscirò a fare». È già proiettata sui prossimi traguardi, la gara se l’è lasciata alle spalle, così come il “trauma” della caduta. «Cosa ho pensato dopo la caduta, quando mi sono ritrovata sui cuscini? Troppe brutte cose, meglio che non le ripeta... Comunque nello short track può succedere un di tutto, ma l'ho scelto io quindi non posso lamentarmi».
Trova anche la forza per scherzare sulle sue vecchie scarpe rivelando che per una volta tanto non ha ascoltato i suoi tecnici e ha fatto di testa sua: «Quelle che sto usando adesso per i miei allenatori sono difettose. Quelle nuove le ho provate, ma sono completamente diverse: dopo cinque giorni sono sbottata, ho detto basta e che rivolevo le mie vecchie scarpe. Ma se continuo e arrivo alla prossima Olimpiade, mi sa proprio che dovrò cambiarle». E ai prossimi Giochi vuole esserci ancora. Nell’angolo olimpico della sua bacheca ci sono già le medaglie di bronzo di Torino e Vancouver, alle quali affiancherà l’argento conquistato oggi a Sochi, ma Arianna ha lasciato ancora molto spazio.