Arianna Fontana in azione sui 1500 metri di short track a Pechino 2022 - Ansa/Fazry Ismail
Occorreva rimettersi in moto in maniera speciale per farsi tornare la voglia di volare sul ghiaccio. E Arianna Fontana, l’atleta italiana con più medaglie ai Giochi olimpici invernali, ha trovato gli stimoli allargando l’orizzonte. Anziché lasciare, dopo che il Tribunale della Federghiaccio aveva assolto i suoi ex compagni, Tommaso Dotti e Andrea Cassinelli, dall’accusa da lei sollevata di averla fatta cadere intenzionalmente durante un allenamento del 2019, la Saetta di Berbenno ha deciso di raddoppiare. Non più soltanto short track, ma anche pista lunga. Duelli spalla a spalla contro le rivali sull’anello corto e corsa solitaria contro il cronometro anche sulla pista da 400 metri. Due sport diversi, due circuiti separati, accomunati dallo stesso gesto. Il colpo a sorpresa catapulta nuovamente sulla cresta dell’onda uno dei personaggi più controversi dello sport tricolore. Vincente sul ghiaccio, ma mai capace di fare squadra, simpatica al pubblico, antipatica a colleghe e avversarie. C’è stato un attimo in cui ha pensato seriamente di abbandonare l’Italia e di provare la strada dell’America, sfruttando la nazionalità statunitense del marito-allenatore, Anthony Lobello. Poi il dietro front, quando ha compreso che una donna italiana fino al midollo non poteva inseguire il sogno olimpico battendo una bandiera diversa da quella bianco-rosso-verde. Pertanto testa bassa e pedalare, diversificando lo sforzo in un ambito simile, ma non uguale.
Dopo i Giochi di Pechino e le accuse infuocate si era fermata per due stagioni, tornando in primavera solo per i Mondiali. Poi a fine ottobre eccola in scena, dapprima in un test su pista lunga a Inzell, poi nella coppa del mondo di short track a Montreal. In Germania ha strappato i tempi limiti che le hanno garantito la convocazione. Ora è volata in Giappone dove nel week-end comincia la lotta alla sfera di cristallo in lunga. Prima tappa Nagano, poi Pechino sempre sui 400 metri, quindi nessuna pausa, bensì due impegni in corta, ancora Pechino e poi Seul. Tutte città accomunate dai cinque cerchi, quel simbolo magico sempre stampato nella mente della pattinatrice valtellinese. Il Filo di Arianna è pronto a unire Torino e Milano come un Frecciarossa. Nel 2006 a 15 anni esordì nella rassegna olimpica sotto la Mole, salendo per la prima volta su un podio, calpestato poi in altre dieci occasioni in quattro posti diversi. Nel 2026 a 34 anni cercherà di chiudere in bellezza tra la Fiera di Rho e il Forum di Assago, sognando la medaglia su entrambi i fronti. Intanto però è un flusso continuo di emozioni scandite dai post sui Social, strumento comunicativo prediletto da una ragazza che non ha mai amato microfoni e taccuini. «Con l’arrivo della prima neve, arriva anche la notizia che sono convocata per le prime due coppe del mondo di pista lunga. Sono fiera ed orgogliosa per questa opportunità. È una grande occasione per poter gareggiare insieme e contro le migliori atlete, ma soprattutto allenarmi con il resto degli atleti italiani».
Lontano dalle gare sgobba infatti in solitaria, ma in occasione della Coppa si unisce alle colleghe per apprendere meglio la nuova arte. «Sarò una spugna per cercare di imparare il più possibile da tutti. Ma la cosa che mi rende davvero felice da questa notizia è che il programma ibrido short track e pista lunga, potrà andare avanti. Si dice spesso, il lavoro paga, e sì, il lavoro fatto fino ad oggi ha pagato e ci ha portato alla convocazione. Chissà con più tempo e giri nelle gambe». Alt, meglio non alzare troppo l’asticella, perché essere l’imperatrice dello short track non significa anche regnare sulla pista lunga. « Non corriamo troppo coi tempi. Per ora non vedo l’ora di rappresentare i nostri colori anche sull’anello di 400 metri». Il prossimo mese darà indicazioni concrete sulle reali velleità dell’azzurra, conscia di dover «gestire al meglio gli impegni e gli allenamenti delle due discipline per poter mantenere la forma e la performance durante queste settimane. Non sarà semplice, ma di certo non impossibile, e io ce la metterò tutta».
Una donna nuova, un’atleta ritrovata, opposta a quella spenta del dopo Pechino. « A Milano-Cortina 2026 ci vorrei arrivare, chiudere ai Giochi italiani come ho iniziato sarebbe una favola, ma altri quattro anni così non li faccio», aveva dichiarato in Cina. « A questo punto della mia carriera, non avrei mai pensato di dirlo, ma una nuova sfida, una nuova avventura, una nuova esperienza mi aspettano», ha postato festante alla partenza per il Giappone. E non appena vestita per la prima volta la divisa della nuova nazionale un altro sfogo emotivo: « A 14 anni ho indossato la mia prima tuta dell’Italia. Vent’anni dopo la rimetto per la “prima” volta. Per chi avrà la fortuna di indossare la maglia azzurra, voglio ricordare che questa non ti crea. Non ti dà superpoteri. Tu dai vita alla maglia. Mostra al mondo la tua passione, il tuo impegno e il tuo desiderio». Una nuova avventura è al via, sperando che tra quindici mesi la storia abbia il suo lieto fine.