«Chi canta, prega due volte». La celebre frase di Sant’Agostino, campeggia in bella vista sul sito ufficiale della cantante Alessandra Amoroso. «È la mia frase preferita, l’ho anche tatuata sulla pelle insieme a un microfono» svela la 28enne artista leccese dal volto di bambina e dalla voce piena e appassionata. Da quel 2009, quando vinse
Amici di Maria De Filippi, ne ha fatta di strada, passando per uno show su Raiuno con Gianni Morandi e quattro album, fra cui l’ultimo successo
Amore puro. Un “amore puro”, quello di Alessandra, che l’ha portata a sostenere in questi anni tanti progetti a favore dei bambini, in particolare quelli dell’Unitalsi. Ed è in veste di testimonial, in occasione dei 10 anni del Progetto nazionale Bambini dell’Unitalsi, che la Amoroso sarà questa sera sul palco dell’Ariston di Sanremo per la serata finale di
Jubilmusic, il festival di christian music più importante d’Italia, promosso dalla Diocesi di Ventimiglia-San Remo in sinergia con Sanremo Soul Music e l’associazione nazionale Hope della Cei. Lo spettacolo verrà trasmesso da Tv2000 in periodo natalizio, mentre la Amoroso sarà anche sul palco, il 12 dicembre, del Concerto di Natale in Vaticano all’Auditorium della Conciliazione di Roma, trasmesso da Raiuno la sera del 24 dicembre.
Alessandra, lei è stata a Sanremo ospite del Festival, ma ora sarà all’Ariston per un festival di musica cristiana. «Sarà un’emozione diversa, direi unica perché
Jubilmusic è un modo per festeggiare il vero talento, ed è bello che tanti giovani si ritrovino per questo scopo in un momento così difficile. Ho scelto la musica per potermi esprimere, perché per imbarazzo o timidezza i ragazzi spesso non trovano le parole giuste. A me la musica ha sempre aiutato».
Cosa le dicono i tanti ragazzi che la seguono?«Io cerco di dare il massimo della mia energia al pubblico, ma anche l’ascolto. Sul mio sito i ragazzi mi mandano racconti, se ne sentono di ogni colore, ma mi scrivono anche donne in difficoltà che si rifugiano nelle mie canzoni. È una bella responsabilità. Anche io nel mio passato ho dovuto affrontare parecchi momenti difficili, di cui però non parlo, preferisco far vedere quello che sono oggi. Il canto è la soluzione ai miei problemi».
Lei si rivolge anche a Dio nei momenti di difficoltà?«Io sono credente, sono sempre stata legata a Gesù. Sento che mi aiuta. L’ottimismo mi arriva dalla mia famiglia, e la fede soprattutto dai mie nonni, che amo come i miei genitori. Nonna Maria ha 88 anni, recita il Rosario ogni pomeriggio davanti a Tv2000 e va ancora a Messa da sola. Lei mi ha sempre regalato i santini di sant’Antonio, di Padre Pio, prega sempre per me e io prego per lei. Io sono andata all’oratorio, ma ho sempre creduto in Gesù, al di là del catechismo che a volte risultava un po’ noioso. Mi piace pregare nei momenti miei, tutte le sere. Nell’ambiente dello spettacolo qualcuno mi prende per matta, ma non mi importa. So che Lui c’è».
Un bel risultato allora cantare al Concerto di Natale in Vaticano?«Sarà una grandissima emozione. Il Natale è la festa più bella che esiste, nasce Gesù e tutta la famiglia è vicina. Come nei film, quello è l’unico giorno in cui la gente va d’accordo. Al Concerto in Vaticano canterò
I will follow Him e
White Christmas. Cantare per il Papa? Un sogno, spero che quel momento arrivi presto».
A Sanremo canterà invece per l’Unitalsi.«Interpreterò
Blowing in the wind di Bob Dylan, un messaggio di speranza e pace che spero possa essere capito da tutti. Ho cantato già diverse volte per l’Unitalsi, mi piace stare vicino ai bambini, fare del bene mi fa stare bene. Grazie a questo lavoro è facile donare un sorriso: sono andata in tanti ospedali a trovare bambini malati, anche terminali, e ogni volta mi sorprendono con la loro carica e la loro forza. E io mi domando: “ma perché sto qui a piangere, quando loro che ne avrebbero diritto, invece ti danno tutta questa energia?” Fra i prossimi progetti quello che mi entusiasma di più è diventare testimonial di “Make a wish”, un’associazione che aiuta a realizzare i desideri dei più piccoli».