"Non è accettabile che sia un giudice
a decidere della vita e della morte di un uomo, non è
accettabile che l'amore di chi assiste sia bollato come
'ostinazione irragionevole', non è accettabile che sia la
cultura dello scarto a dominare il sentire comune. Per tutte
queste ragioni sosteniamo il diritto di Vincent Lambert a
vivere", commentano
Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello,
presidente e copresidente nazionali dell'Associazione Scienza &
Vita.
"La sentenza del Consiglio di Stato francese segna un punto
di svolta intollerabile sul piano della difesa dei diritti
umani, che apre a una deriva nichilista di proporzioni
incalcolabili. Chi deciderà quali vite sono degne di essere
vissute? L'amore di una famiglia conta meno di un decreto del
tribunale? Nel caso Lambert lo strazio è ancora più grande,
perché oppone la moglie ai genitori in una drammatica
competizione sulla sopravvivenza di un uomo", prosegue la nota.
"Ben venga la decisione della Corte Europea dei diritti
dell'uomo di Strasburgo che lascia il tempo alla riflessione e
alla speranza, nella consapevolezza che lo Stato ha l'obbligo di
tutelare i propri cittadini più fragili. L'alimentazione e
l'idratazione di una persona che non può farlo in modo autonomo
non è mai terapia, ma sostegno vitale e questo deve rimanere un
caposaldo di ogni normativa in discussione".