Lo smartphone è in mano a
Lee Eun Ju, una ginnasta di 17 anni,
sudcoreana, mentre alla sua destra c'è la fortissima
Hong Un Jong, ginnasta 27enne
nordcoreana, campionessa alle Olimpiadi del 2008 a Pechino e campionessa del mondo nel 2014 al volteggio: assieme si sono fatte un
selfie, mostrando a tutto il mondo con un'unica fotografia perché esistono i Giochi Olimpici.
Un
selfie simbolo, definito da alcuni quasi una «medaglia d'oro della diplomazia»: di fatto i due Paesi, la
Corea del Nord e la
Corea del Sud, sono formalmente in guerra: ed è per questo motivo che il
selfie ha fatto discutere tantissimo nei giorni scorsi tanto che la
Bbc è tornata a scriverne per chiarire alcune domande e perplessità che sui social network sono emerse. In particolare, tantissimi sul web si sono chiesti se l'atleta nordcoreana al suo rientro in patria dovrà affrontare una punizione per aver fraternizzato con il “nemico”. Beh, la risposta è stata no.La
Bbc, intervistando un'analista politico specializzato sulla
Nord Corea ha rassicurato i lettori di tutto il mondo: chiarendo che l’ultimo caso credibile di punizioni subite da atleti nordcoreani per una brutta prestazione sportiva risale a 25 anni fa. E di più, a partire dagli anni 80 la Corea del Nord ha investito sulla “
diplomazia dello sport” come sistema per mantenere dei contatti con il resto del mondo: questo meccanismo è stato ulteriormente rafforzato nel 2011 dal dittatore del Paese, Kim Jong-un. In altre parole, il
«selfie coreano» si candida a rimanere negli occhi degli sportivi e dei tifosi di tutto mondo come una delle immagini di
Rio 2016 più leggere e al tempo stesso piene di pace e speranza.