venerdì 5 aprile 2013
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La sera del 25 febbraio abbiamo posto al Pd una domanda politica: riconoscete il centrodestra o continuate a delegittimare noi e chi ci vota? Quaranta giorni dopo, stiamo ancora aspettando una risposta. Perché a noi non serve un capo dello Stato del nostro partito, come dicono i media, ma un riconoscimento pubblico della nostra storia. Il resto viene da sé... È così difficile?». Eugenia Roccella, ex sottosegretario alla Salute e ora deputata Pdl, mette sul tavolo il nodo di fondo della dura trattativa per il nuovo inquilino del Colle e per la formazione del governo. E lancia una proposta: «Negli ultimi anni noi cattolici dei due poli abbiamo fatto poco, abbiamo assecondato pregiudizi e veti. Invece sta proprio a noi, per i nostri valori e per la nostra cultura, fare un passo avanti verso il dialogo e verso il reciproco rispetto. E credo dobbiamo iniziare proprio dall’elezione del nuovo capo dello Stato: non restiamo nell’ombra, facciamoci avanti in modo trasversale per chiedere un presidente autorevole e di garanzia».Sta chiedendo un nome dei cattolici?Esattamente il contrario. Qui non si tratta di mettere in campo il proprio candidato di bandiera, un ex popolare o un teocon... Sto facendo un discorso diverso: Bersani non vede o fa finta di non vedere quale sia il bene del Paese, continua ad inseguire Grillo pur di non parlare con il Pdl. Ma noi cattolici, che abbiamo come bussola il bene comune, possiamo essere i primi a rompere il muro. In particolare i credenti del Pd facciano sentire la loro voce contro l’ipotesi di un presidente della Repubblica di parte, ostinatamente "contro" Berlusconi.Però il suo appello stride con la proposta di Emma Bonino, venuta proprio dal Pdl e ora fatta propria da settori della sinistra...Emma Bonino non è il nome del Pdl, ci tengo a precisarlo. E aggiungo che si tratta di una candidatura del tutto sbagliata proprio perché divide anziché unire. Divide il Pdl, Scelta civica e lo stesso Pd.Una mano per aprire il dialogo ve la sta dando Matteo Renzi...C’è poco da dire: il sindaco di Firenze è un vero leader, si sta imponendo con i fatti. Potrà essere, clamorosamente, il primo non comunista a capo di quell’area politico e culturale. Chissà se riuscirà a scardinare quella classe dirigente che si trascina da 30 anni... Non nego che se continuassero ad ostacolarlo potrebbero aprirsi nuovi scenari politici.Veniamo al profilo di un capo dello Stato "condiviso"...Premetto che noi non abbiamo la presunzione di imporre uno del Pdl, come si racconta. Io vedo al Colle una personalità davvero di garanzia e non per forza della società civile. Anzi, ritengo debba avere un forte acume politico per gestire una fase complessa di cambiamento. Questa presunta superiorità della società civile mi pare stia diventando una leggenda...Mettiamo che tutto vada storto e Bersani e Berlusconi si sbattano la porta in faccia...Spero davvero che non accada. E conto molto sui dieci saggi indicati da Napolitano: le priorità che indicheranno al Paese e ai partiti potranno smuovere molte resistenze.Tuttavia un esito negativo bisogna metterlo in conto...E allora non vedo alternative. Senza intese, se resta il muro contro muro tra Pd e Pdl, Giorgio Napolitano deve restare lì dov’è. Si è guadagnato sul campo una credibilità trasverale.
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