venerdì 2 gennaio 2015
​​Il presidente della Repubblica scrive una lettera a Bergoglio condividendo molte riflessioni del suo messaggio in occasione della giornata mondiale della pace. IL TESTO
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​​"Sul piano politico, l'attenzione deve essere rivolta in primo luogo alle politiche del lavoro e all'istruzione, che costituiscono gli strumenti fondamentali per costruire una società più giusta e rispettosa dell'uomo. Altrettanto deciso deve essere lo sforzo nella lotta alla criminalità nelle sue svariate forme, dallo sfruttamento della prostituzione alla pratica del lavoro nero, dalla corruzione al traffico di esseri umani". Lo scrive il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una lettera a Papa Francesco. "Santità", scrive Napolitano al Pontefice, "il suo messaggio in occasione della celebrazione della 48esima Giornata Mondiale della Pace è stato per me, come ogni anno, occasione di attenta e partecipe riflessione. Il fenomeno drammatico della schiavitù, è solo apparentemente lontano da noi, nel tempo e nello spazio. Al contrario, e malgrado la quotidiana condanna sul piano del diritto e le reiterate dichiarazioni di principio, sono ancora oggi troppo frequenti e diffuse molteplici forme di privazione della libertà e dignità degli esseri umani". Non è un caso, d'altra parte, che alcune delle riflessioni contenute nel messaggio del Papa, scrive Napolitano, siano al centro dell'agenda politica nazionale ed europea, a partire dal tema "dell'accoglienza per i migranti ed i richiedenti asilo", sul quale sin dal principio del suo pontificato Bergoglio ha attirato l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale. "Se, infatti, alla base del fenomeno della riduzione in schiavitù vi è indubbiamente una concezione antropologica distorta e distorsiva, spetta alle Istituzioni e ai Governi agire sulle cause sociali ed economiche che portano alcuni esseri umani ad abusare di altri, attraverso forme di costrizione fisica e psicologica mentre, sul piano politico, l'attenzione deve essere rivolta in primo luogo alle politiche del lavoro e all'istruzione, che costituiscono gli strumenti fondamentali per costruire una società più giusta e rispettosa dell'uomo - è il passaggio cruciale della lettera di Napolitano al Pontefice - . Altrettanto deciso deve essere lo sforzo nella lotta alla criminalità nelle sue svariate forme, dallo sfruttamento della prostituzione alla pratica del lavoro nero, dalla corruzione al traffico di esseri umani". "Condivido l'ammirazione e la gratitudine espresse da Vostra Santità per l'enorme lavoro silenzioso delle tante associazioni di volontariato, sia religiose che laiche, attive in questi campi, spesso a costo di grandi sacrifici personali da parte dei loro membri - dice ancora il presidente della Repubblica -. La loro quotidiana fatica deve costituire uno sprone per i responsabili della vita politica, affinchè si impegnino al loro fianco per garantire a tutti condizioni di vita migliori". Napolitano condivide infine l'invito del Papa "a trasformare il fenomeno, per molti aspetti controverso, della globalizzazione in una forza positiva e coinvolgente di solidarietà e di fratellanza, che possa avvicinare soggetti diversi e non contribuire invece a rendere ancor più difficili da colmare le disparità economiche e le divaricazioni sociali oggi esistenti". "Con questa speranza e nella certezza di farmi interprete dei sentimenti del popolo italiano le rivolgo, Santità, un fervido e sincero augurio per il nuovo anno e per la prosecuzione della Sua missione apostolica" conclude Napolitano.
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