Non andò a buon fine l’investimento milionario in Tanzania. Perfino la banca specializzata in paradisi fiscali temette di finire nei guai a causa di «problemi di trasparenza» dei fondi in arrivo dall’Italia attraverso Cipro. Erano i soldi della Lega amministrati da Francesco Belsito, il tesoriere dimissionario sulle cui «operazioni d’investimento» emergono nuovi particolari. Operazioni di cui vi sarebbe prova negli archivi informatici e nella documentazione contabile sequestrata dagli investigatori.Notizie che arrivano nel giorno in cui la procura di Milano ribadisce che «non ci sono nuovi indagati, rispetto a quelli indicati al momento delle perquisizioni. Lo escludo nel modo più assoluto», ha detto il procuratore Edmondo Bruti Liberati.Gli inquirenti stanno lavorando alla ricerca di alcuni riscontri che potrebbero allungare fin dalle prossime ore l’elenco degli indagati. Da quel che è filtrato, nel faldone archiviato con il titolo "Family", sequestrato in un ufficio di Belsito presso la Camera a Roma, ci sarebbero sia copie ma anche originali delle spese personali a favore di Umberto Bossi, dei familiari e delle altre persone citate nelle conversazioni intercettate. Il principale indagato resta Belsito, delle cui vicende si occupano a vario titolo anche le procure di Napoli e Reggio Calabria. Bruti Liberati ha negato che ci sia stato un incontro tra i magistrati delle tre procure e ha chiesto ai suoi magistrati che indagati e testimoni non vengano più ascoltati in procura a causa della massiccia presenza di giornalisti.Ieri il volto più atteso era quello di Alessandro Marmello, che ha lavorato per circa un anno come autista e bodyguard di Renzo Bossi, il quale ha confermato davanti al pm Paolo Filippini, uno dei titolari dell’inchiesta milanese, il contenuto dei video che ha girato nell’auto con la quale accompagnava il "trota". L’ex autista ha chiarito che era lui a tenere la "cassa" dei soldi per le spese di mantenimento e di vita quotidiana del figlio del leader del Carroccio. In un’ora di deposizione Marmello ha ricostruito che dall’ex tesoriere del partito Francesco Belsito e dalla responsabile amministrativa Nadia Dagrada, aveva ricevuto l’incarico di prelevare denaro in contanti, in genere mille euro a volta, come anticipo di spese per il mantenimento, una sorta di "indennizzo", per Renzo Bossi, spese che andavano dai pranzi alle cene fino alla benzina e ad altre spese per l’auto. La ricostruzione di Marmello agli inquirenti è sembrata coincidente con le modalità di gestione della «cassa». illustrate dalle due segretarie di via Bellerio, Nadia Dagrada e Daniela Cantamessa.Marmello avrebbe spiegato che non c’era un "tetto" di spesa e che ogni volta che i quattrini per le esigenze quotidiane del figlio del leader erano finiti, lui si ripresentava dagli amministratori per prelevarne altri. Marmello ogni volta portava all’amministrazione ricevute e «giustificativi» per le spese e i costi di «mantenimento» di Renzo Bossi, comprese ricevute per spese personali dell’erede mancato del senatur.L’ex guardia del corpo ha raccontato inoltre che la stessa cosa avevano fatto prima di lui i suoi predecessori. I video, acquisti dalla Procura di Milano, sarebbero stati girati, stando a quanto ha messo a verbale Marmello, quattro o cinque mesi fa e poi consegnati al settimanale Oggi.Al momento l’inchiesta si regge sulle accuse di truffa allo Stato e riciclaggio contestate a Belsito a partire dall’affaire Tanzania. È la "Fbme Bank Ltd" l’istituto di credito che ha rifiutato i 4,5 milioni di euro che il cassiere del Carroccio voleva investire dopo aver attinto il denaro dal forziere del partito. Dal 2003 la banca con sede a Cipro è diventata una filiale di quella africana. E attraverso la filiale cipriota sono transitati i soldi del Carroccio ma poi, a causa delle carenze di trasparenza nell’operazione, sono rimasti congelati e infine sono stati fatti rientrare in Italia.Comprendere come poi siano stati utilizzati quei milioni è essenziale anche per rispondere ad un altro quesito: c’erano fondi neri nelle casse dei lumbard? Al momento ciò risulta solo dalle intercettazioni, perciò si stanno cercando riscontri.