Durante il suo "novennato" ha nominato
cinque presidenti del Consiglio: Romano Prodi nel 2006, Silvio
Berlusconi nel 2008, Mario Monti nel 2011, Enrico Letta nel 2013
e Matteo Renzi nel febbraio 2014.
Giorgio Napolitano, venne eletto alla quarta chiamata con 543
voti, il 10 maggio 2006. Un mese prima Romano Prodi e il
centrosinistra avevano vinto le elezioni. Il secondo governo del
professore segnò i primi 2 anni di settennato. Ci fu poi l'era
Berlusconi: il quarto governo del Cavaliere accompagnò la
presidenza Napolitano per oltre 3 anni, dal maggio 2008 al
novembre 2011. Basta ricordare questo passaggio secco tra Prodi
e Berlusconi per capire perchè Napolitano chiarì subito la sua
volontà di essere super partes. Anche perchè la sua presidenza
partì in un clima di sospetti: è stato infatti il primo capo
dello Stato ex Pci eletto coi voti del solo centrosinistra.
2006 L'anno inizia con una navigazione tranquilla anche se
l'esecutivo Prodi rimase sempre ad alto rischio di incidente per
la maggioranza risicata ottenuta al Senato. Il 17 maggio Romano
Prodi giurò al Quirinale. Fu l'anno delle visite all'estero.
Vide nel 2006 il presidente americano George W.Bush. Uno dei
suoi primi atti di una certa rilevanza mediatica fu la grazia a
Ovidio Bompressi. Nei ricordi degli italiani rimane impressa la
sua partecipazione ai mondiali di calcio in Germania vinti
dagli azzurri.
2007 Napolitano cerca di evitare le elezioni dopo la
caduta di Prodi dando un incarico esplorativo al presidente del
Senato Franco Marini senza alcun esito. Il 24 febbraio il
Presidente, che si era riservato di accettare le dimissioni di
Prodi, le respinse, invitando il Governo a presentarsi alle
Camere per la fiducia che Prodi ottenne: la crisi rientra. Nei 2
anni di coabitazione con il governo di centro sinistra
Napolitano dimostra la sua imparzialità, assumendo prese di
posizione che finiscono per lacerare la risicata maggioranza.
Uno dei temi più spinosi fu quello dell'immigrazione. Ci fu poi
il caso De Magistris con il quale si capì che Napolitano aveva
deciso di essere molto presente nel suo ruolo di presidente del
Csm.
2008 Clemente Mastella a maggio uscì dalla maggioranza di
centrosinistra: dopo aver tentato di formare un nuovo Governo,
affidando un mandato esplorativo a Franco Marini, Napolitano il
6 febbraio sciolse le Camere, e Berlusconi vinse le successive
elezioni diventando premier per la quarta volta. Si aprirono poi
le prime schermaglie con il Cavaliere sui provvedimenti "ad
personam". Centrale fu il "lodo Alfano" che divenne legge dello
Stato italiano. La legge fu poi dichiarata incostituzionale.
Napolitano controfirmò la legge tra le polemiche della sinistra.
2009 Fu l'anno del vertice del G8 che si svolse all'Aquila
a luglio. Obama incontrò Napolitano al Quirinale. Poco prima
fece clamore una visita ufficiale di Gheddafi che si sviluppò
tra gaffe e stranezze di ogni tipo del dittatore libico. Ci fu
poi anche il caso Englaro a provocare tensioni tra il Quirinale
e palazzo Chigi: Il Consiglio dei ministri approvò un disegno di
legge che obbligava l'alimentazione forzata ai soggetti non
autosufficienti. Su questo testo il presidente Napolitano non
pose la propria firma.
2010 Dopo una visita a Washington dove ebbe un colloquio
con Obama, a novembre Napolitano ha dovuto affrontare l'impasse
politica indotta dal tracollo della maggioranza di centrodestra
con la clamorosa uscita di Gianfranco Fini. Allora si parlò di
operazioni di "scouting" di Berlusconi. Ma poco dopo fu il
Cavaliere ad accusare duramente Napolitano di aver avuto un
ruolo determinante nella vicenda: "nel 2010 Napolitano si era
fatto parte attiva affinché Fini spostasse una parte dei suoi
parlamentari a sinistra, formando una nuova maggioranza rispetto
a quella eletta dagli italiani", disse Berlusconi.
2011 L'8 novembre, giorno in cui Berlusconi verifica di
non avere più una maggioranza alla Camera, si verificano intensi
attacchi speculativi ai titoli di Stato. Il giorno successivo,
Napolitano nomina Mario Monti senatore a vita. Il 12 novembre,
accoglie le dimissioni di Berlusconi e affida proprio a Monti
l'incarico per la formazione di un nuovo esecutivo. In quei
giorni un editoriale del New York Times gli attribuisce il
soprannome di "Re Giorgio".
2012 È l'anno più doloroso per Napolitano. A luglio muore
improvvisamente Loris D'Ambrosio, suo stretto consigliere.
D'Ambrosio era entrato al centro delle polemiche per le
intercettazioni delle sue conversazioni con l'ex ministro
Nicola Mancino con riferimento all'inchiesta Stato-mafia.
Napolitano reagì con rabbia denunciando "una campagna violenta e
irresponsabile di insinuazioni e di escogitazioni ingiuriose". A
dicembre Mario Monti si dimise.
2013 A febbraio gli italiani tornano al voto. Dai risultati
emerge che nessuna delle coalizioni ha potuto ottenere una
vittoria netta. Napolitano affida a Pier Luigi Bersani un
incarico esplorativo che finisce nel nulla. Nasce il Governo di
Enrico Letta. Rimase in carica dal 28 aprile 2013 fino al 22
febbraio 2014.
2014 Nasce il Governo Renzi. Napolitano garantisce la
nascita di un nuovo esecutivo in nome della stabilità. Letta
aveva presentato le dimissioni a seguito dell'approvazione a
larghissima maggioranza, da parte della Direzione Nazionale del
Pd, di un documento in cui si chiedeva un cambio dell'esecutivo.
Scoppia anche il caso Stato-mafia e Quirinale. Napolitano aveva
già sollevato un conflitto d'attribuzione (poi vinto) nei
confronti della Procura di Palermo. A ottobre si svolge la
deposizione del presidente alla Corte di Palermo. Avviene al
Quirinale, senza la presenza della stampa. Le trascrizioni
processuali mostreranno che ha risposto alle domande dei Pm.
Quindi a fine anno la conferma delle sue dimissioni.