Un pool molto ristretto di tecnici (in parte anche politici o d’area), esperti di riforme istituzionali e di temi economici. E tempi molto stretti. Si comincia martedì. Data scelta non a caso: è il giorno della temutissima riapertura dei mercati. E anche l’orario degli incontri. Con due turni di lavoro, alle 11 e alle 12. Per lavorare per poche settimane. L’obiettivo non è tanto quello di "trovare un governo" quanto la ricerca della convergenza su alcuni punti. Più le "cose da fare" che "chi le deve fare". Proprio per questo la scelta non è caduta su tecnici "puri", ma anche con forte connotazione politica. Per garantire poi il sostegno più ampio possibile. Secondo alcune voci sarebbero stati, addirittura, indicati dai partiti. E, in effetti, i nomi appaiono sicuramente "targati": Luciano Violante, responsabile per le riforme del Pd, Gaetano Quagliariello, ex plenipotenziario pdl per le riforme (e proprio insieme a Violante "contatto" di Pd e Pdl col Quirinale), Mario Mauro, Lista civica con lunga esperienza europea, Giancarlo Giorgetti, da sempre super-esperto economico della Lega in Parlamento. E anche Filippo Bubbico (Pd), che come ex governatore della Lucania sarebbe anche interprete delle richieste delle Regioni. Perfino l’ex presidente della Consulta, Valerio Onida, potrebbe essere considerato vicino alla sinistra (è stato candidato alle primarie Pd per Milano), ben visto sicuramente anche da Sel e probabilmente dal M5S. Così come il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, il cui nome in questi giorni era girato come possibile candidato "grillino" a Palazzo Chigi. Unico "candidato" finito tra i "saggi", come se Napolitano avesse scelto di tenere comunque fuori "papabili" per la corsa a premier. "Saggi" incaricati di favorire l’individuazione di riforme economiche, ma soprattutto istituzionali per allontanare lo spettro di una legge elettorale che anche in caso di elezioni anticipate rischia di riconsegnare una situazione di stallo, senza chiare maggioranze parlamentari. Per mettere i problemi sul tappeto. E cercare soluzioni di mediazione. "Costruttori di ponti", secondo il modello olandese, di cui Giorgetti è, tra l’altro, uno dei maggiori sostenitori. Un compito molto difficile e i "saggi" ne sono consapevoli. «Non sono ottimista, ma faremo il nostro dovere – dice Valerio Onida –. Sentiremo dal Presidente della Repubblica cosa esattamente ci chiede di fare. Se questo strumento del gruppo di lavoro potrà avere una utilità per lo scioglimento dei nodi politici che ci sono, e che tutti conoscono, questo lavoro dovrà svolgersi con riservatezza». «Sono molto onorato della scelta, credo sia un modo di rendere merito all’Istat che da sempre, con i dati, illustra i punti di forza e debolezza del Paese» afferma Giovannini, confermando che «martedì ci sarà la prima riunione e capiremo le modalità e i tempi. Non credo – aggiunge – che saremo chiamati a prendere decisioni, ma solo a fare proposte». Nomine politiche? «Vediamo martedì quale sarà il mandato che ci darà il presidente», risponde il leghista Giorgetti.