Abu Bakhr al Baghdadi non è ancora
riuscito a saldare attorno all'Is (o Isis) le tante anime della
galassia jihadista, ma ha fatto del Califfato la stella polare e
il punto di riferimento di molti e la piattaforma da cui
rilanciare, amplificate, le minacce che convergono verso
l'Europa dalle cellule del terrore mediorientali, africane,
asiatiche.
Ai confini dell'Unione Europea preme l'onda lunga degli Stati in
disfacimento, come la
Libia, e la deriva delle primavere arabe
che hanno precipitato nel caos Paesi come la
Siria, ma anche la
destabilizzazione permanente dell'
Iraq e i sussulti che scuotono
l'Africa subsahariana. E i servizi di intelligence si affannano
a decodificare i messaggi, cercando di capire dov'è la minaccia
e dove la propaganda.
Una mappa dell'Europa con l'Italia e Roma cerchiate in rosso
emerge da "the Islamic State 2015", documento programmatico
dell'Isis che è cominciato a circolare in rete dall'inizio di
febbraio. E dove l'attacco è spiegato nei dettagli: "Ansar al
Sharia in Libia e Al Qaida nel Maghreb Islamico cominceranno a
sparare missili verso il cuore dell'Europa, come vendetta per
quanto patito dai loro fratelli in Siria" e "l'accerchiamento
dell'Europa" da parte del "Califfato Islamico Globale" passerà
da ovest (Spagna), dal centro (Italia, Roma) e da est (Turchia,
Costantinopoli/Istanbul)".
Gli analisti sono scettici e l'intento propagandistico è
evidente. Ma la mappa del terrore attorno all'Europa sembra
crescere ogni giorno. E le sigle evocano una lunga scia di
sangue. Ansar Bayt al-Maqdis nella polveriera che è diventata il
Sinai, la Jihad africana dal Nilo all'Oceano Indiano che va
dagli
Shabaab somali ai
Boko Haram nigeriani fino alla
trasversale Aqmi e a tutta la galassia transnazionale che opera
tra
Algeria,
Tunisia,
Mali e
Mauritania, alimentata dallo
sconfinamento degli arsenali che furono di Gheddafi.
La rete di alleanze e convergenze nel segno del terrore ha
fatto aumentare gli attentati tra Maghreb e Sahel del 500% negli
ultimi dieci anni. E fa paura al-Qaida nella penisola arabica e
nello
Yemen, altro Paese fuori controllo dove oggi è stata
chiusa anche l'ambasciata d'Italia.
Sulle coste del
Golfo di Aden, tra il mar Rosso e l'Oceano
Indiano, infestate dai pirati, si mescolano in un groviglio
inestricabile terrorismo e delinquenza comune, alimentati da
traffico d'armi e dalla droga che arriva dall'Asia.
Ma la "guerra santa" è riuscita già ad arrivare all'interno
dei confini europei e si contano i "foreign fighters", stimati
tra i tremila e i cinquemila. La strage di Cherlie Hebdo, la
sparatoria al museo ebraico di Bruxelles, la cellula jihadista
smantellata a Verviers, in Belgio, mentre stava pianificando un
attentato, sono segnali che nessuno sottovaluta.