All’inizio si è sgomenti ascoltando le notizie di attentati e di vittime innocenti. Poi, atterriti e affranti davanti alle immagini di morte e disperazione nelle strade, nei ristoranti, allo stadio, nella sala concerti… Luoghi che frequentiamo abitualmente e che non pensiamo possano trasformarsi in un scenari di un massacro. Il dolore può lasciare spazio alla preghiera o a un laico silenzio dell’animo. Il cuore si stringe; le viscere cercano di guidarci alla risposta automatica che è più alla nostra portata: fuga o attacco; la ragione cerca una spiegazione e una reazione più meditata. Siamo esseri umani e non possiamo sfuggire alla nostra costituzione.Ma dopo qualche momento possiamo scegliere la strada giusta, quella meno facile da assecondare, ma che si rivelerà più efficace. Qualcuno tuttavia non si trattiene, ed è più grave se è un opinion leader, un direttore di giornale, un esponente politico a cavalcare le emozioni più incontrollate: la rabbia, l’odio, il desiderio di vendetta. Ecco che cosa si ottiene a essere buoni e tolleranti, è il refrain preventivo di costoro. Che inondano i social media con un’invettiva tanto irrazionale quanto inaccettabile e dannosa.Non si può generalizzare da pochi, esecrabili terroristi a un’intera popolazione. Non si può iniettare il veleno della diffidenza e del rifiuto nelle nostre società inevitabilmente multietniche, multiculturali e multireligiose. Non si può propagandare una risposta all’infuori delle regole e delle garanzie che con fatica abbiamo costruito in secoli di progresso civile. Tutto ciò non vuole dire arrendersi o non difendersi con l’efficacia che tutti vorremmo. Unire per isolare. Questa può essere l’impervia via da intraprendere. Saldare le forze di chi ama e rispetta la vita e la dignità di tutti al fine di dire sonoramente che non c’è spazio per coloro che si pongono al di fuori di questa prospettiva.È il momento della responsabilità, non dell’odio. Farà un miglior servizio alla collettività che vuole proteggere chi tiene i nervi saldi e si esprime di conseguenza. L’odio non risolve. Può solo degradarci e farci commettere molti errori.