Deprecabile il ritardo, lodevole l’accelerazione, auspicabile l’attuazione immediata, purché non sia l’ennesimo inganno sulla pelle dei contribuenti. Non troviamo sintesi migliore per riassumere le sensazioni che trasmette la notizia di un’intesa di principio tra i leader della maggioranza pro-Monti, per arrivare già in settimana a nuove norme sul finanziamento dei partiti. Le vicende di questi ultimi giorni provano a iosa che sarebbe stato altamente consigliabile pensarci prima. E pensarci bene. Il preannuncio di una stretta operativa così repentina, d’altra parte, equivale implicitamente a un riconoscimento di colpa per omissione. Da apprezzare, semmai, il fatto che non si perda tempo a maramaldeggiare sui "reprobi" del momento. Forse perché ormai è chiaro che non ci sono bottini elettorali da raccogliere, ma solo macerie capaci di seppellire tutti. Dunque aspettiamo i fatti. Che dovranno essere convincenti e consistenti nelle rinunce, nitidi nei meccanismi normativi, fruttuosi nella quantità delle risorse che, sottratte ai circuiti opachi dei contabili da sottoscala del potere, vanno restituite ai cittadini. Senza ulteriori trucchi.
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Stiamo vivendo un passaggio storico delicatissimo: le sfide aperte su guerra, clima e intelligenza artificiale tra qualche anno potranno essere vinte oppure definitivamente perse. Cosa fare?