mercoledì 28 agosto 2013
​Accordo tra Movimento per la vita, Ulss patavina e Regione per il presidio ospedaliero di Piove di Sacco. E da sinistra si alzano già le proteste. Il presidente della Federazione regionale del Movimento: accordo previsto dalla 194 e dalla legge regionale. Le polemiche? «Solo ideologiche».
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La convenzione tra l’Uls 16 di Padova ed il Movimento per la vita, che autorizza i volontari, muniti di apposito distintivo, ad entrare nell’ospedale di Piove di Sacco è stata sottoscritta solo da pochi giorni. Neppure il tempo di esaurire le ferie e c’è già chi da sinistra alza la voce della protesta. Da posizioni ideologiche, «sempre le stesse», Guido De Candia, presidente della Federazione regionale MpV e Cav. Ma il Movimento e i Centri per la Vita hanno un solo obiettivo: aiutare le donne con una maternità problematica, offrendo loro «la possibilità di conoscerci», in modo che un domani «nessuna dica di non aver trovato una mano tesa». E, infatti, il direttore generale Urbano Brazzale, non ha avuto remore a firmare. Supportato anche dalla Regione. Molti ampi gli ambiti di intervento del Mpv: servizio di accoglienza e ascolto dei pazienti; interventi a favore di maternità e genitorialità; realizzazione di attività per l’inserimento lavorativo; interventi di ascolto, di sostegno morale e psicologico, nonché di sensibilizzazione della comunità civile; promozione di iniziative di carattere formativo, educativo ed informativo. L’Ulss patavina, che garantisce al personale volontario la copertura assicurativa, potrà far partecipare i volontari alle attività formative organizzate per i propri dipendenti. A questo scopo il Movimento è disponibile a collaborare alle attività formative dell’Azienda, che concede l’uso gratuito dei locali e dei servizi necessari. Non solo, concede anche l’utilizzo di spazi aziendali per l’allestimento di banchetti fino a 6 giorni l’anno. La convenzione ha una durata di 5 anni. L’Associazione, dal canto suo, assicura «una presenza amichevole dei propri volontari» all’interno della struttura ospedaliera e si impegna, oltre che sugli obiettivi fondamentali, a segnalare eventuali disfunzioni nei servizi, partecipando a verifiche sulla loro qualità ed elaborando proposte per il loro miglioramento; a partecipare ai vari momenti organizzati dall’Ulss; a promuovere eventi propri e aziendali, coordinandosi con le altre associazioni. Il Movimento avrà anche la possibilità di realizzare in proprio attività formative per i propri volontari. Le polemiche? Il senatore padovano Antonio De Poli dell’Udc non ci sta. «Stiamo parlando di un servizio di accoglienza e ascolto, sostegno morale e psicologico – spiega –. Che senso ha questa crociata contro chi vuole promuovere la vita? Nessuno vuole fare il lavaggio del cervello a nessuno. Le donne che arrivano in ospedale per abortire vanno aiutate perché vivono un dramma. La vita deve essere promossa e tutelata con tutti gli sforzi possibili. Pensare di fare la guerra a chi difende la vita è non solo paradossale ma frutto dei soliti schemi ideologici. Si può essere pro o contro l’aborto, ma fare la guerra a un’associazione è pretestuoso». Questo tipo di presenza è previsto dalla legge 194 – sottolinea il presidente De Candia –, e trova spazio regionale del 27 luglio 2012 sulla diffusione dell’etica della vita, di cui peraltro non è stato ancora varato il regolamento applicativo. Quindi? «Non c’è proprio nulla da eccepire».
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