Una coppia di giovani protagonista dell'incontro con partiti e associazioni - Associazione Papa Giovanni XXIII
La loro storia sta diventando virale. La foto di quel bacio fra Francesca e Alberto, 25enni di Padova, che 5 anni fa, a 20 anni, hanno accettato di diventare genitori di Maria Michela, racconta sulla rete, come un pugno nell'occhio, di una scelta vissuta controcorrente. Causa di mille fatiche, ma che li rende fieri, oggi, impegnati a farla conoscere il più possibile, perché le tante storture dell'inverno demografico in cui siamo dentro possano davvero lasciare il posto a una "primavera della natalità" che però ancora non si intravede. I protagonisti sono stati loro, i giovani che vogliono mettere su famiglia o che l’hanno già fatto, andando in controtendenza, e chiedono risposte. «Progettare la vita. I giovani incontrano la politica per una primavera demografica» è stato questo il tema dell’incontro ieri presso la Sala Capranichetta, a due passi da Palazzo Chigi e da Montecitorio, i Palazzi dove si decidono le misure e si orientano le risorse.
Il manifesto dell'incontro - .
Dieci ragazzi tra i 20 e i 35 a raccontare le loro sofferte esperienze e un folto e variopinto gruppo di parlamentari – Lorenzo Cesa (Udc-Noi moderati), Paolo Ciani (Pd-Demos), Elisabetta Gardini (FdI), Antonio D’Alessio (Italia Viva), Alessandro Cattaneo (capogruppo alla Camera di Forza Italia) – ad ascoltare, per tentare di dare risposte. Sullo sfondo la proposta, condivisa da tutti, ma non ancora operativa, di istituire per il 25 marzo una «Giornata della Vita nascente». Prende corpo l’idea di dar vita una rete di collegamento stabile fra esperienze in atto (supportate da 40 associazioni, capofila il Movimento per la Vita) e le istituzioni per avanzare proposte o mettere in luce buone pratiche da poter imitare. Ci sono tanti responsabili di associazioni presenti o collegati. Marina Casini, presidente del Movimento per la VIta. Un «santo», così viene descritto suo padre Carlo Casini, a tre anni esatti - oggi - dalla sua scomparsa, nel ricordo di Cesa che sedette a lungo con lui nei banchi di Strasburgo, un uomo che ha dedicato tutto il suo impegno sociale prima, e politico poi, alla promozione della vita; l'ex presidente del Forum delle associazioni Familiari, ed ex parlamentare, Luisa Santolini, fra le promotrici di questa iniziativa; Alfredo Caltabiano, presidente dell'Associazione Famiglie numerose; Marco Invernizzi, presidente di Alleanza cattolica. Domenico Menorello porta l'adesione della rete "Ditelo sui tetti" e Gianfranco Cattai quella di Retinopera. Coordinatore della rete associativa è Andrea Mazzi, della Comunità Papa Giovanni XXIII a ricordarci che fu don Oreste Benzi il primo ad avanzare l'idea di una Giornata da dedicare alla vita nascente. Introduzione affidata a Pino Morandini, vice presidente del MpV, e coordinatore di questa singolare iniziativa che fa irruzione in un intenso giorno di vita parlamentare a ricordare a tutti il tema dei temi. Il presidente Istat uscente Gian Carlo Blangiardo, certifica lo sfondamento, al ribasso, di una nuova soglia psicologica, quota 400mila nuovi nati, mentre la ministra della Famiglia, Natalità e Pari opportunità Eugenia Roccella, nel suo messaggio, mette insieme i primi segnali messi in campo dal nuovo governo: «Il calo delle nascite è dato anche da motivi molto concreti, difficoltà di conciliare vita professionale e vita familiare, incertezza lavorativa, carenza di servizi come asili nido, soprattutto in alcune zone d’Italia. Problematiche che, appena insediati, abbiamo cominciato ad affrontare attraverso la legge di bilancio». Ricorda «l’implementazione dell’assegno unico, l’aumento forfettario strutturale per le famiglie numerose dal quarto figlio in poi». Altre misure: i congedi parentali e la diminuzione dell’aliquota Iva per i prodotti della prima infanzia. «Certamente bisogna fare di più man mano che si libereranno risorse». Però, si dice convinta, «il problema non è solo economico e sociale». Per questo, «pensare a una Giornata in cui si parli della vita che nasce, della maternità e della paternità, si racconti quali sono i rapporti tra il bambino nel seno di una donna e la stessa donna, che cosa significhi partorire e allattare, quali siano i diritti dei genitori, delle mamme, dare informazioni anche illustrando buone pratiche già in campo da parte di enti locali e imprese, è importante».
Tutti d'accordo i politici sul fatto che il punto di partenza, il nodo cruciale è di carattere culturale. «Ricordo ancora come venivo guardata quando, a 22 anni - ricorda Elisabetta Gardini (Fdi) - parlavo del mio desiderio di avere un figlio. Fu in quel periodo che iniziò un processo da cui poi non siamo più usciti». Per Paolo Ciani (Demos-Pd) «la scarsa attenzione per la vita nascente è il frutto di una società che punta tuto sulla competitività e sull'individualismo, poco propensa all'accoglienza dell'altro». Per Antonio D'alessio (Iv) «ora si tratta di agire nella concretezza, creando un coordinamento». Alessandro Cattaneo (Fi), da capogruppo, mette a disposizione il suo ruolo per le proposte che verranno fuori per la promozione della vita e della famiglia. Morandini prende la palla al balzo e propone di dar vita al più presto a un Webinar, per mettere in contatto politici "volenterosi" ed esperienze in atto, da cui far scaturire delle proposte, delle misure concrete e urgenti da poter mettere in campo.
Le buone pratiche degli enti locali le raccontano Alberto Baldazzi, sindaco di Castel del Rio (Bologna), e Pierluigi Biondi, sindaco dell'Aquila, che cita ad esempio la riduzione del 30% della tassa per i rifiuti urbani applicata nella sua città. Ma sono soprattutto i racconti dei ragazzi a sferzare le coscienze di tutti. Quello di Anna, disabile non udente impegnata a promuovere la cultura della vita in università. E, appunto, quello di Francesca e Alberto, i ragazzi del "bacio della vita", che mettono in fila tutte le difficoltà dell’esser genitori a 25 anni, lei da madre-studentessa universitaria penalizzata dalle assenze forzate, e lui da docente precocissimo di latino e greco al liceo, che per fortuna, almeno, può portare il pane a casa. Simone di anni ne ha 35, invece, e racconta tutte le difficoltà incontrate nel suo venire da una famiglia numerosa, e nel metter su famiglia a sua volta. Giovanni, 25 anni, racconta la sua esperienza di studente che studia pedagogia, e vuole dedicare la sua vita, come consulente, a contrastare le difficoltà che rendono complicato mettere al mondo un figlio. Due amici 26enni di Viterbo, Davide, agronomo, e Francesco, studente di Finanza, raccontano la fatica dei giovani, oggi, a trovare modo di uscire dal nucleo familiare di provenienza. Camilla, 25 anni, che studia strategia della cooperazione, tocca il tema della "fuga dei cervelli" e quello connesso della precarietà o, peggio, della assenza di prospettive cui sono costretti i giovani nel nostro Paese. Elisabetta, 25 anni, studentessa di medicina, racconta delle difficoltà in più che incontra una ragazza, che viene da una famiglia numerosa, nel portare avanti i suoi studi e nel progettare un futuro. Ma forse quel che colpisce di più è l’intervento di una ragazza, costretta a chiedere l’anonimato per poter raccontare liberamente gli ostacoli e le ironie che si incontrano sul posto di lavoro, già in sede di colloquio, al solo prospettare una ipotesi futura di maternità. In un Paese che rischia di franare per ragioni demografiche, e a parole vorrebbe invertire la rotta, nella pratica quotidiana accade anche questo, purtroppo.