martedì 3 dicembre 2024
Una giornata nel monastero benedettino offerta ai ragazzi che frequentano i corsi di Medicine and Surgery proposta dal Centro pastorale e dai docenti di teologia del campus di Roma
Gli studenti del corso internazionale di Medicina dell'Università Cattolica a Norcia

Gli studenti del corso internazionale di Medicina dell'Università Cattolica a Norcia

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ome ogni anno, per gli studenti internazionali del Corso di Laurea di Medicine and Surgery dell’Università Cattolica del Sacro Cuore nel campus di Roma, il Centro Pastorale ed i Docenti di Teologia hanno organizzato una giornata fuori sede per offrire l’opportunità di un momento formativo “diverso” da quello rappresentato dalle esigenze dello studio quotidiano, delle lezioni, degli esami. Un momento di riflessione culturale e spirituale, ma anche di comunione e fraternità.
Norcia è stata la meta del 30 novembre scorso, in particolare, il Monastero Benedettino sulle pendici dei Monti Sibillini che guarda dall’alto l'antica città di Norcia in cui è nato san Benedetto, il fondatore del monachesimo occidentale. In un contesto suggestivo, in cui terra e cielo sembravano toccarsi fino a confondersi e dove una delicata quanto inaspettata poesia di fiocchi di neve colorava di bianco il silenzio orante del paesaggio, un nutrito gruppo di giovani studenti provenienti da varie parti del mondo – Stati Uniti, Palestina, Russia, Siria, Egitto, Turchia, Albania, India, Taiwan, Italia – e con diverse sensibilità religiose, si è trovato a tu per tu con un modo di vivere “alternativo”, ma intensamente vitale, in un’atmosfera di pace che i ragazzi hanno colto e molto apprezzato. Il racconto del monaco dom Pachomio, di origine tedesca che ci ha accolti, e l’esperienza della comunità tutta dei monaci, anche loro provenienti da varie parti del mondo, ha attratto i ragazzi che hanno partecipato con compostezza e curiosità sia al momento della testimonianza di vita, sia alla solenne liturgia cantata dei primi vespri di Avvento nella chiesa dell’Abbazia.
Questo clima di internazionalità, contemplazione e immersione nel Creato, ha rappresentato la cornice nella quale è stata presentata ai nostri futuri medici la figura di Carlo Casini e la sua missione “per la vita”, vissuta da laico impegnato nella società e nella politica. L’intento infatti era proprio quello di mettere gli studenti a contatto con testimoni del nostro tempo, credibili, autentici, capaci di parlare al cuore dell’uomo, seminatori di verità e di amore sulle strade del mondo, oggi un po’ troppo impolverate dalla cultura dello scarto e dell’indifferenza, dell’autoaffermazione, del successo e del possesso autoreferenziali.
Sappiamo quanto i giovani siano troppo spesso digiuni di proposte all’altezza del loro cuore assetato di verità - anche se non sempre questa sete è riconosciuta - e quindi di qualcosa di grande che li apra alla scoperta del senso della vita, e infonda in loro la gioia di spendersi come medici del domani per un ideale importante che nobiliti la loro stessa missione.
L’ambiente monastico che stimola la mente ed il cuore alla ricerca di senso e di profondità, ha rappresentato allora il contesto migliore per confrontarci sul tema della difesa e della promozione della vita di ogni uomo, compreso il più piccolo di tutti – colui che non ha ancora raggiunto il traguardo della nascita - in una logica di solidarietà, prossimità, riconoscimento dell’uguale valore e della stessa dignità di ogni esistenza umana. Una preziosa opportunità per favorire nei ragazzi il desiderio di approfondire e comprendere l’autentico significato della cultura della vita, alla luce primariamente di argomenti della scienza e della ragione, che depongono a favore del riconoscimento del concepito come persona umana, e che quindi naturalmente rendono inconsistenti sia quei pregiudizi ideologici che invece cercano di negare la realtà, sia tante frasi fatte del “politically correct”.
Come ha testimoniato Carlo Casini, porre al centro il più piccolo, colui che non conta, porre al centro tutto l’uomo e ogni uomo rovesciando i paradigmi di una mentalità per cui vale solo chi ha potere, soldi, successo, o che magari è “sano” o “efficiente”, rappresenta quella sorgente laica, prima che religiosa, di una nuova progettualità. Lo strumento della ragione, disponibile per tutte le persone umane, è infatti il primo dono di cui disponiamo per affrontare la straordinaria complessità della vita umana, anche nella sua dimensione trascendente. Questa ricchissima testimonianza è stata resa dal Dott. Giuseppe Grande (Endocrinologo e Andrologo presso l’ospedale universitario di Padova, esperto in medicina per la procreazione naturale) che ha conosciuto personalmente Carlo Casini, quando era anche lui giovane studente di medicina presso l’Università Cattolica. Gli studenti hanno seguito con molta attenzione e si sono lasciati coinvolgere poi con domande e considerazioni. Qualcuno ha detto di aver compreso più a fondo anche il significato di una medicina a servizio dell’uomo e di essersi sentito rafforzato e maggiormente motivato nel voler vivere la professione di medico come una vera e propria missione per contribuire a rendere più giusta la società in cui viviamo; altri hanno condiviso la necessità, di fronte a tali prospettive, di aprire ulteriori riflessioni; ma tutti hanno comunque apprezzato la testimonianza resa con stile dialogico, empatico, senza ombre di “indottrinamento”.
Particolarmente significativo, nel corso della giornata è stato il binomio Ragione e Contemplazione, per molti ragazzi inaspettato, che interpella profondamente l’apertura di nuovi orizzonti della razionalità in ordine allo sviluppo di un significativo dialogo tra Scienza e Verità, per crescere verso alte, profonde e quindi virtuose qualità morali, sempre più necessarie per essere medici dell’oggi e del domani. Durante la giornata ad ogni studente è stato donato il testo di Carlo Casini “The five proofs of the existence of the man. At the roots of bioethics and biopolitics” edito dal Movimento per la Vita nel 2023.
Questa testimonianza, unitamente all’esperienza della preghiera contemplativa dei monaci, sulle note luminose delle melodie gregoriane che cantano il dialogo tra l’uomo e il Dio che si è incarnato nel grembo della Vergine Maria, ci auguriamo possano rappresentare per questi giovani, l’occasione per un rinnovato approccio ragionevole e serio all’inviolabile valore della Vita umana, dono di Colui che è Via, Verità e Vita.

Il Centro pastorale Ucsc

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