lunedì 29 luglio 2024
In "Pacha Mama, pamphlet contro la pratica dell'utero in affitto" la saggista genovese Roberta Trucco argomenta la sua posizione e descrive come essa ha portato a una frattura nel mondo femminista
Una manifestazione contro la Gpa in Francia

Una manifestazione contro la Gpa in Francia - .

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«Perché condanniamo chi commissiona, per esempio, l'acquisto di un rene a un disperato che ha difficoltà economiche e non lo facciamo con chi affitta un utero a una donna che si trova a dover accettare per le stesse difficoltà?». Si apre con questa domanda, un po' retorica un po' provocatoria, il piccolo e denso "Pacha Mama, pamphlet contro la pratica dell'utero in affitto" (Giannini Editore, pagg. 79, euro 6) della scrittrice e attivista femminista genovese Roberta Trucco. L'autrice ha già pubblicato un romanzo ("Il mio nome è Maria Maddalena", Marlin editore, 2019) e diversi contributi critici nei confronti della Gestazione per altri, la Gpa, vista come una parcellizzazione della figura della madre «che viene sostituita da un ovulo di una donna e dall'utero di un'altra».

Trucco ripercorre il processo che l'ha portata ad approfondire il tema della Gpa, un tema che si è rivelato divisivo all'interno del movimento femminista. Da una parte il dolore di tante donne che non riuscivano ad avere figli e insieme la ricerca storica della liberazione da un destino femminile visto come ineluttabile, quello della maternità, appunto, dall'altro il prezzo da pagare in termini di mercificazione delle donne-incubatrici. Eppure a lei sembrava tutto molto chiaro: «Dividere la maternità» in pezzetti «è disumanizzare il racconto della vita, perché relega la gestazione a un processo puramente meccanico mentre sappiamo che la gestazione è il punto di partenza del lungo viaggio della maternità», quella ancestrale rappresentata dalla Pacha Mama che dà il titolo al saggio, una sorta di maternità universale che trova le sua radici in Madre Natura.

C'è infine un affondo sul transfemminismo, quello che difende la libertà di fare dei propri corpi quello che si vuole ma che alla fine cancella le donne e il loro corpo. La conclusione (a parte un discutibile finale no-vax) del pamphlet è lineare: la Gpa non è una cura, nel senso che non guariscono dall'infertilità, ma sono «processi industriali per far ottenere un prodotto».

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