sabato 16 novembre 2024
Dopo la firma del presidente della Repubblica, il testo viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Si vuole evitare lo sfruttamento delle donne povere. Ma c'è chi è pronto a fare ricorso nei tribunali
La legge sarà pubblicata lunedì sulla Gazzetta Ufficiale

La legge sarà pubblicata lunedì sulla Gazzetta Ufficiale - Imagoeconomica

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Approvata un mese fa al Senato, la legge che definisce reato universale la gestazione per altri (Gpa), o utero in affitto, è stata promulgata lo scorso 4 novembre dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale di lunedì 18 novembre.

Con l’entrata in vigore della legge, viene perseguito il cittadino italiano che ricorra all’utero in affitto anche in Paesi esteri in cui sia permesso. La pena varia da 6 mesi a 2 anni di reclusione e una multa da 600mila a un milione di euro.

La pratica della gestazione era già vietata dalla legge 40 del 2004 sulla fecondazione assistita, ma non era definita la sanzione per chi vi ricorresse all’estero. La legge intende quindi impedire che lo sfruttamento di donne povere a vantaggio di persone abbienti.

Secondo la Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina, votata dal Consiglio d’Europa e siglata a Oviedo (Spagna) nel 1997, poi sottoscritta da 30 Paesi, «il corpo umano e le sue parti non debbono essere, in quanto tali, fonte di profitto» (articolo 21). Un divieto spesso aggirato con la ipotesi di gravidanza per altri gratuita o altruistica, realizzata tra persone familiari o amiche per aiutare chi non può avere figli. Una circostanza peraltro quanto mai rara e difficile da provare, ma che ha permesso ad alcuni Stati, anche europei, di legiferare per regolamentare la materia.

Contro la legge italiana si è mobilitata l’associazione Luca Coscioni, definendo la pratica «un’opportunità offerta dalla scienza». L’associazione ha fatto sapere che già 50 coppie, interessate a iniziare un percorso per avere un figlio con l’utero in affitto, sarebbero pronte a fare ricorso contro la legge. «Siamo pronti a difendere tutte le coppie danneggiate da questa legge ingiusta e irragionevole – hanno dichiarato l’avvocato Filomena Gallo e Marco Cappato –. Porteremo la nostra e la loro battaglia nei tribunali e in ogni sede adeguata, con l’obiettivo di ristabilire un’opportunità offerta dalla scienza, che una normativa cieca e brutale pretende di condannare come reato universale Sono già oltre 50 le coppie che, da tutta Italia, si sono rivolte al team legale dell’Associazione Luca Coscioni».

Il dibattito resta molto acceso. «Il Presidente della Repubblica ha firmato, come era logico e prevedibile, la legge contro la vergogna dell'utero in affitto – ha dichiarato il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri – . Si rassegnino i gazzettieri che oggi avevano scritto che il Presidente aveva dei dubbi e che non avrebbe firmato la legge». Mentre secondo il segretario di +Europa, Riccardo Magi, si tratta della «ennesima legge incostituzionale varata da questo governo che sarà abbattuta dai tribunali».

A difesa della legge si schiera invece l’associazione Pro Vita & Famiglia onlus: «È una pietra miliare nel cammino per l'abolizione del mercato internazionale di bambini – sottolinea il presidente Antonio Brandi –, che secondo le stime del Global Market Insights vale oggi 15 miliardi di dollari e che nel 2032 potrebbe valere 130 miliardi a causa dell'aumento del tasso di infertilità» . Brandi chiede un passo in più: «Ci aspettiamo ora che il Governo renda questo nuovo principio il pilastro dei rapporti bilaterali con gli Stati che tollerano questa pratica disumana e promuova una moratoria internazionale nei principali consessi, come l’Onu e l’Unione Europea».© riproduzione riservata

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