«Non si tratta di espandere la nostra legge... È una maturazione della comprensione di cosa stiamo facendo». A parlare è Stefanie Green, che preside la Camap-Canadian association of Maid assessors and providers, l’associazione canadese cui aderiscono i professionisti coinvolti nel somministrare la morte medicalmente assistita («Medical assistance in dying», Maid, dal nome della legge), cioè «infermieri, farmacisti, logoterapisti, amministratori, legislatori, avvocati, assistenti sociali, consulenti, analisti politici...», e ovviamente i medici, a cui la Camap offre corsi di formazione accreditati per renderli in grado di procurare la morte secondo i più elevati livelli di professionalità.
La dichiarazione della Green riguarda il primo caso canadese reso noto di eutanasia a una persona con demenza: secondo lei non si tratta di un’applicazione indebita della norma quanto di una maggiore consapevolezza nell’applicarne i criteri. Evidente excusatio non petita visto che quando era entrata in vigore la Maid, nel 2016, sembrava condivisa l’idea che le persone con diagnosi di demenza non potessero accedervi.
La legge, che non distingue fra eutanasia e suicidio assistito, prevede infatti che la morte con assistenza medica possa essere procurata a persone maggiorenni che la chiedono liberamente e in grado di dare il proprio consenso, i quali si trovino in una condizione medica irrimediabile e grave: non necessariamente in condizioni di terminalità, ma in un declino irreversibile, in previsione ragionevole di morte e in uno stato di sofferenza fisica o psichica intollerabile.
Gayle Garlock, 75 anni, rientrava in questi criteri, secondo Stefanie Green, che lo ha fatto morire il 26 agosto: gli era stata diagnosticata cinque anni fa la demenza da corpi di Lewy, simile all’Alzheimer, che gli procurava una sofferenza intollerabile innanzitutto perché gli impediva di leggere. Secondo Barbara, la moglie di Gayle, lui ne aveva una vera e propria necessità: la lettura era parte integrante della sua persona. Green lo aveva già incontrato nel 2018, ma all’epoca non era sicura che la condizione di Garlock rientrasse nella legge, e non volendo rischiare 14 anni di prigione aveva respinto la richiesta.
Nel frattempo, però, ad alcuni medici che hanno dato l’eutanasia a una malata di Alzheimer è stato riconosciuto di aver agito correttamente, e la Camap ha elaborato linee guida per individuare le condizioni in cui la Maid possa essere applicata anche ai malati di demenza. In primavera, quindi, la dottoressa Green ha valutato di nuovo la richiesta di Garlock, stavolta ritenendolo idoneo, anche se nel frattempo gli era capitato di non riconoscere la moglie, mettendo in dubbio quindi la sua reale capacità di dare il consenso.