Ventiseimila partecipanti per le autorità parigine, molti di più per gli organizzatori, secondo alcune fonti addirittura centinaia di migliaia. Quanti erano? Difficile dirlo con precisione, ma bastava un’occhiata a strade e piazze stracolme di gente domenica a Parigi per capire che le stime ufficiali sembrano sottodimensionare largamente una mobilitazione su grandi temi etici e umani come la Francia non vedeva dalle iniziative pubbliche della «Manif pour tous», peraltro tra gli organizzatori di «Marchons, enfants!», il grande corteo contro la nuova legge di bioetica già approvata dall’Assemblea nazionale e da martedì 21 gennaio all’esame dell’aula del Senato (dove i numeri della maggioranza danno assai meno certezze sui destini del discusso provvedimento).
Un grande successo di piazza, che potrebbe tradursi in modifiche al contestatissimo progetto ma che certamente apre una pagina nuova nel dibattito pubblico in Francia sulla procreazione, la genitorialità e l’impatto della tecnoscienza sulla vita della gente. Tra i nodi che l’imponente manifestazione di Parigi ha portato pacificamente all’attenzione del Paese c’è anzitutto l’apertura della filiazione in provetta a donne single e coppie lesbiche con l’abolizione della figura del padre, ma anche le minori tutele per l’embrione come oggetto di esperimenti. Sullo sfondo, la possibile – e più volte ventilata – legalizzazione della maternità surrogata, che gli organizzatori del corteo parigino temono possa essere la naturale conseguenza della separazione tra bambino e figure materna e paterna, con l’introduzione delle "due madri" premessa dell’apertura ai "due padri", possibili solo con l’utero in affitto.
Per questo la piazza di domenica ha visto convergere l’associazionismo d’ispirazione cristiana mobilitato per fermare le derive bioetiche più estreme e le realtà più laiche impegnate per la difesa dell’infanzia, insieme a sigle femministe che da tempo denunciano il piano inclinato sul quale la Francia si è avviata per volontà della maggioranza di turno. A benedire la nuova legge è infatti il presidente Macron, che si dice contrario alla surrogazione di maternità ma che ha fortemente voluto la norma della "provetta per tutte" e la conseguente affermazione del figlio come "diritto" esigibile con prestazione sanitaria.