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«Non deve mai venir meno l'impegno per sviluppare le cure palliative, e per assistere la persona nei momenti più difficili. Quando non si può ragionevolmente prevedere la guarigione, si deve comunque curare. E quando la cura non è più efficace verso la malattia, c'è ancora spazio – uno spazio obbligatorio – per la cura della persona; e della sua dignità. Nessuno deve sentirsi abbandonato». È il chiaro messaggio che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato incontrando al Quirinale l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) in occasione dei «Giorni della ricerca» organizzati dall’istituzione alla cui fondazione contribuì in modo determinante Umberto Veronesi. Il messaggio – sebbene non direttamente riferito ad alcun episodio di cronaca – risuona in modo ancor più significativo a pochi giorni dalla drammatica lettera con la quale Loris Bertocco, 59enne veneziano, paralizzato da quando aveva 17 anni, aveva spiegato l’intenzione – poi messa in atto – di ricorrere al suicidio assistito in Svizzera perché sfinito dal braccio di ferro con la burocrazia che ostacolava la sua aspettativa di ricevere un’assistenza proporzionata alla gravità della sua condizione di disabile. Dal canto suo Mattarella ha sottolineato con forza la necessità di impegnarsi accanto ai pazienti oncologici, anche perché «l'aumento di aspettativa di vita fa prevedere nei prossimi anni un aumento nella crescita della malattia». È evidente che occorra «aumentare l'impegno» proprio perché «nessuno deve sentirsi abbandonato». Il presidente della Repubblica ricorda a tutti che «la lotta ai tumori è un percorso che dobbiamo compiere con grande determinazione. I progressi ottenuti hanno consentito di vivere, e vivere pienamente, a tante persone, grazie a diagnosi tempestive e a terapie avanzate, grazie a cure più efficaci e meno invasive, rispettose della dignità delle persone; grazie a migliori supporti sanitari e assistenziali». E se «la ricerca italiana ha dato molto nella lotta ai tumori» e «continua a ottenere risultati importanti», vanno date opportunità ai «nostri giovani ricercatori» perché «la loro mobilità in Europa e nel mondo è condizione di maggiore libertà e di opportunità per tutti» ma bisogna «compiere ogni sforzo affinché la circolazione del sapere e delle intelligenze non diventi, per i nostri giovani, una strada, a senso unico, in uscita».
Dal presidente è infine giunto un richiamo sulla questione dei vaccini: «Non possiamo accettare – ha detto – che nel XXI secolo, nella società globale della tecnologia e dell'informatica, acquistino credito credenze anti-scientifiche e che queste credenze ostacolino indispensabili azioni preventive - come le vaccinazioni - finalizzate a sradicare o a impedire il ritorno di malattie pericolose. Malattie che le persone della mia generazione ricordano nella loro diffusione e devastante pericolosità quando colpivano amici e compagni di scuola. Non possiamo consentire che si scarichi sugli altri, che si vaccinano, la sicurezza della salute nella società, mettendola comunque a rischio con la propria omissione».
L’appello di Mattarella per non abbandonare i malati più gravi giunge nel giorno in cui l’Associazione radicale Luca Coscioni fa firmare ad alcuni sindaci (27 tra grandi e piccoli centri, tra gli altri nomi Sala, Raggi, De Magistris, Appendino, Orlando, Pizzarotti e Nogarin) un suo appello perché il testo di legge sul biotestamento, fermo in Commissione al Senato dopo il via libera della Camera in aprile, «sia trasmesso in aula per il voto senza ulteriori modificazioni». Cioè mettendo a tacere chi si batte per migliorarne almeno alcuni aspetti decisivi.