Concluso da poco più di un mese il tour in sei tappe a cura dell’associazione Pro Vita che ha fatto conoscere a migliaia di italiani la sua straordinaria testimonianza di sopravvissuta a un aborto salino, l’americana Gianna Jessen è già attesa da una nuova serie di incontri nel nostro Paese, in altre sei città, dal 14 al 28 marzo. Ospitiamo la lettera di un animatore dell’associazione che ha accompagnato Gianna lungo tutta la sua prima esperienza italiana. Una riflessione «dettata dal cuore».
Caro direttore,
se si fa una ricerca in uno dei più famosi motori di ricerca come Youtube, e si inserisce "Gianna Jessen", il primo video che salta agli occhi è il suo discorso al Congresso americano che termina con una frase che non può lasciarti indifferente: «Non so se ho detto qualcosa di sensato ma ciò che ho detto veniva dal cuore». Eh già, Gianna parla con il cuore, con un cuore impregnato dalla presenza di Cristo che non può lasciarti indifferente, ti scuote, ti fa uscire dal torpore di cui il mondo e il ritmo della vita ti circondano. Come può una donna dall'apparenza fragile trasmettere tutta quell'energia?
Gianna nasce dopo un tentativo di aborto salino e ha fatto di questo la sua forza, la sua energia, la sua caparbietà nell'affrontare le situazioni della vita. «Sono qui perché ho sentito dentro di me la voce di mio Padre – è così che Gianna chiama Dio – che mi sussurrava di venire qui da voi, per far sapere alle persone quanto sono amate nel Cuore di Dio».
Lo stupore più grande è come Dio abbia voluto che io mi ritrovassi con lei al suo fianco. Le sue conferenze sono piene di giovani, per loro è una grazia poter ascoltare una persona come Gianna che inneggia alla vita quando lei, nella sua condizione potrebbe dire "Signore, perché mi hai punito in questo modo?", e invece lei ringrazia Dio per il dono della vita, ringrazia Dio perché l'ha voluta così com'è, e questo ha fatto di lei la sua forza che ora trasmette agli altri in modo gratuito. Ho visto tanti volti di giovani avvicinarsi a Gianna e scrutarla, occhi lucidi, come colpiti da un'emozione forte, abbracci che non lasciavano dubbi: quei giovani attraverso Gianna stavano incontrando Gesù. Condividere un pasto con questa giovane donna è un dono, è un momento dove scopri il suo lato intimo, il momento dove lei racconta qualcosa che mai ho ascoltato nelle sue conferenze, qualcosa che racconta a pochi, e questa volta è toccato a me. «Sai – inizia a raccontare –, un giorno mi sono rivolta a Gesù e gli ho chiesto: "Perché per una volta non mi fai realizzare questo desiderio in modo veloce? Fino a oggi ho sempre dato ascolto alle tue parole, ho sempre fatto come Tu mi hai chiesto, quindi per questa volta possiamo fare come io ti sto chiedendo"».
Gianna si attende un sì, e quel sì arriva. Ma c'è qualcosa in Gianna che muta velocemente, lei si accorge di perdere di colpo la pace interiore. Quella stessa pace che ogni giorno anche noi perdiamo nel posto di lavoro, con gli amici, in famiglia e nei nostri rapporti umani, perché cerchiamo di superare l'altro, lo calpestiamo pur di essere primi, per il potere, per il "dio denaro" che porta l'uomo all'odio e alle guerre... Tutto questo diventa talmente radicato che non riusciamo più ad ascoltare la nostra coscienza dove Dio ci parla. E aspettiamo che sia sempre l'altro a fare il primo passo, perché l'orgoglio ci rende incapaci di fare ciò che è giusto.
Gianna continua a raccontare. E dice di come si sia rivolta di nuovo a Gesù: «Noooo... Gesù perdonami, ti chiedo perdono, io voglio andare sulla Tua via, sul tuo cammino...». E di aver ritrovato, in quello stesso istante, la sua condizione di pace. È così: il Signore vuole essere la nostra guida, ci propone una strada complicata, ma noi pensiamo ogni volta che sia quella sbagliata, e allora cerchiamo le scorciatoie, con il risultato che tutti conosciamo. Dobbiamo comprendere che il Signore non utilizza i nostri tempi: i nostri tempi sono inesatti, se ci lasciamo guidare da Lui tutto cambia, se accettiamo la Croce allora i doni che Dio ha in serbo per noi saranno meravigliosi, e noi saremo migliori.
Voglio ringraziare Gianna Jessen, direttore, per aver condiviso con me tutto l'amore che nutre per il Signore, per aver rafforzato la mia fede in Cristo. Per questo la sua testimonianza è rimasta impressa nel mio cuore... E anch'io mi sento di dire "non so se ho scritto qualcosa di interessante, mi è stato suggerito dal cuore!".
Nicola Pestillo