sabato 5 marzo 2011
Lunedì approda in aula alla Camera il progetto di legge sul fine vita, ovvero sulle «Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e dichiarazioni anticipate di trattamento». Per Raffaele Calabrò (Pdl), relatore del Ddl al Senato, si tratta di un atto legislativo reso necessario dall'invadenza della magistratura. 
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Nove articoli per regolamentare il tema del fine vita. Il testo Calabrò, che lunedì approda nell'aula della Camera in seconda lettura, porta il nome di "Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e dichiarazioni anticipate di trattamento", ed è la sintesi di una serie di disegni di legge in materia. Rispetto al testo che ha avuto il via libera del Senato il 26 marzo del 2009, due anni or sono, il provvedimento ha subito alcune modifiche in Commissioni Affari sociali di Montecitorio, dove ha passato martedì l'ultimo vaglio.CALBRO': UNA LEGGE CONTRO L'INVADENZA DELLA MAGISTRATURA Una legge sul testamento biologico si è resa necessaria contro "l'invadenza della magistratura". È la convinzione del senatore Raffaele Calabrò, che è stato relatore al Senato del provvedimento dalla prossima settima all'esame dell'aula di Montecitorio."Avremmo potuto farne a meno se non ci fosse stata tutta una serie di avvenimenti dove la magistratura è entrata in maniera pesante - osserva il senatore del Pdl - nel momento in cui è una sentenza che decide cosa bisogna fare, se bisogna o meno continuare a tenere in vita una persona in stato vegetativo, allora ci si rende conto che è opportuno sistemare da un punto di vista legislativo il tema. Poi la magistratura dovrà applicare la legge".Calabrò ricorda che l'esigenza di un atto legislativo è stata votata all'unanimità in Senato su una mozione presentata dal Pd. "Quindi - rileva - c'è stato un momento in cui tutte le forze politiche hanno ritenuto che fosse importante che si legiferasse su questo tema".
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