mercoledì 2 marzo 2011
Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Resta comunque confermata la data del 7 marzo per la discussione in aula. Da lunedì (o al massimo da martedì) la relazione di Di Virgilio aprirà il confronto in assemblea. Sul testo voto favorevole di Pdl, Lega e Udc. L’Api si astiene, Fli assente al voto. Contrari Pd e Idv.
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Slitta ad aprile il voto sul testamento biologico alla Camera. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Resta comunque confermata la data del 7 marzo per l'inizio della discussione generale in aula sul provvedimento. Ieri la commissione Affari sociali della Camera ha dato il mandato al relatore Domenico Di Virgilio del Pdl, per la proposta di legge sul fine vita che inizia lunedì prossimo il suo iter in aula. Hanno votato a favore Pdl, Lega e Udc. Contrari Pd e Idv. Si è astenuta l’Api mentre Fli non era presente al voto. La commissione ha anche votato cinque emendamenti proposti dal relatore che recepiscono alcune delle condizioni e osservazioni avanzate dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali. Il cambiamento più importante fatto al testo è quello che recepisce il parere della prima commissione sulla norma dell’articolo 7 relativa ad un’eventuale controversia tra medico curante e fiduciario. «In quel caso – ha riferito il presidente della Affari sociali, Giuseppe Palumbo – il parere espresso dal collegio di medici non sarà né vincolante né non vincolante per il medico curante. Il collegio insomma darà solo un parere».Per l’Udc, Paola Binetti ha chiesto al relatore e al governo «uno sforzo concreto per far corrispondere meglio le intenzioni e le affermazioni di principio» con la formulazione concreta di alcuni punti nei quali, secondo la deputata centrista, c’è «un margine di ambiguità che va in direzione esattamente contraria a quanto afferma la maggioranza». L’emendamento considerato «irrinunciabile» dall’esponente dello scudocrociato punta a sopprimere il comma 3 dell’articolo 3. Secondo la Binetti l’attuale formulazione consente il rifiuto totale delle cure, «non ammissibile quando manca la piena consapevolezza del malato». In altri termini tale rifiuto «non può configurarsi in una richiesta anticipata, in una condizione di ora per allora». E si tratta di una responsabilità che «non può essere delegata a nessuno, neppure al fiduciario».«Non è escluso», ha replicato Di Virgilio, che la maggioranza possa sostenere eventuali emendamenti che l’Udc ha annunciato di voler presentare in aula. «Valuteremo gli emendamenti presentati in scienza e coscienza», ha precisato l’esponente di maggioranza interpellato dai giornalisti. Il testo, ha ribadito il relatore, «è in primis contro l’abbandono terapeutico e non deve avere nulla di ideologico». Molto critica Livia Turco del Pd che ha definito «gravissimo» il fatto che il relatore «abbia proposto degli emendamenti che di fatto erano imposti dalla commissione Bilancio». Secondo l’ex ministro della Salute, poi, anche dopo queste modifiche non sarebbero previsti «nuovi finanziamenti» per gli stati vegetativi persistenti e per le cure palliative dei malati terminali. «Questa legge non è fatta per "finanziare progetti" – ha replicato Eugenia Roccella, sottosegretario alla Salute – cosa a cui il governo ha già pensato con circa 140 milioni di euro stanziati negli ultimi due anni attraverso i fondi vincolati per gli obiettivi di piano». Roccella ha ricordato anche che «il ministero, insieme alle regioni, ha anche già predisposto linee guida che individuano un percorso assistenziale e riabilitativo appropriato per le persone in stato vegetativo». La legge, ha aggiunto, serve a «stabilire finalmente il principio del consenso informato, assicurando ai pazienti la libertà di scegliere le terapie, ma garantendo la sicurezza delle cure e senza aprire spiragli all’eutanasia».In merito all’atteggiamento di Fli, Benedetto Della Vedova ha ammesso che «notoriamente su questo tema ci sono sensibilità diverse». Per questo il gruppo si riunirà per discuterne «con molta serenità». «Casuali», a suo dire, le assenze ieri in commissione. Oggi il gruppo del Pdl si riunirà per concordare la linea e valutare se presentare emendamenti. Secondo il capogruppo in commissione Lucio Barani «il testo che sarà votato alla Camera sarà poi approvato così com’è dal Senato», per un definitivo via libera entro marzo a o al massimo il primo aprile, quando scatta per regolamento il contingentamento.
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