Insieme si può. Anzi, si deve. Non è un facile slogan, soprattutto se applicato al ruolo fondamentale che le reti comunitarie rivestono nell’inclusione lavorativa delle persone con disabilità. Esse offrono infatti un supporto integrato che va oltre l’ambito occupazionale. Così la creazione di solidi legami tra istituzioni, aziende, associazioni, famiglie e persone con disabilità contribuisce a creare un ambiente di lavoro più inclusivo e sensibile alle esigenze di tutti i lavoratori. Nessuno escluso.
Parte da queste riflessioni il terzo seminario di studio promosso da due uffici Cei (Pastorale delle persone con disabilità, guidato da suor Veronica Donatello, e Problemi sociali e lavoro, diretto da don Bruno Bignami) in programma Pescara lunedì 25 novembre presso la sede dell’azienda di trasporto pubblico Tua Abruzzo con il titolo “Un altro punto di vista: la forza delle reti comunitarie”, un seminario in presenza, accessibile in lingua dei segni e sottotitolazione.
Secondo Bignami «se vogliamo risolvere e accentuare dei cambi di paradigma culturali come per esempio il modello che non misura il valore delle persone in base alla quantità di lavoro ma in base alla qualità relazionale, allora capiremo che le persone con disabilità possono essere non un fattore trainato dell’economia ma un fattore trainante» perché «sono in grado di arricchire le comunità di lavoro della loro presenza, spirito, della loro visione delle cose. La persona con disabilità è in grado di suscitare un cambio di paradigma sociale e culturale. Anche nel mondo del lavoro». Il pensiero di suor Donatello è che «l’inclusione di persone con disabilità nelle aziende favorisce una cultura di diversità e rispetto che arricchisce l’intero ambiente di lavoro, migliorando il clima organizzativo e aumentando la produttività».
Il programma della giornata prevede al mattino la voce di una prima rete, quella delle università abruzzesi, poi dati, persone e prospettive dal rapporto Cbm su disabilità e povertà nelle famiglie in Italia. Segue una riflessione su lavoro e persone con disabilità nel pensiero sociale della Chiesa. Questa sezione del convegno si conclude con Nico Acampora, “motore” di PizzAut, esperienza capace di cambiare la vita di tanti ragazzi autistici, dimostrando che l’inclusione lavorativa non solo è possibile, ma è anche una risorsa per l’azienda.
Ne daranno prova nel pomeriggio i workshop sull’architettura che include, il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro, e poi l’artigianato come dimensione relazionale e produttiva nel terzo settore, che ha nel giovane Eustachio “Uccio” Santochirico, maestro cartapestaio e animatore di comunità, il promotore di un’esperienza da conoscere: nella sua Matera, Uccio mette insieme ogni giorno arte e animazione sociale. Gli altri workshop richiamano i temi della dignità lavorativa e delle tecnologie di inclusione. Tutto questo è possibile grazie alla tenuta delle reti comunitarie che permettono di abbattere barriere culturali, pratiche e normative, spesso ostacolo per l’accesso delle persone con disabilità al mondo del lavoro, e garantire un inserimento lavorativo più agevole e sostenuto con continuità.
Il seminario di Pescara è quindi un’occasione imperdibile per approfondire le buone pratiche già adottate dalle aziende più sensibili e per sviluppare nuove sinergie tra il mondo imprenditoriale, le istituzioni e le organizzazioni di supporto. Solo attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti della comunità – fanno notare a una voce i due uffici Cei organizzatori dell’evento – è possibile costruire un sistema che non solo valorizza le persone con disabilità ma fa anche sentire tutti e ciascuno parte integrante, attiva e creativa della nostra società.
Per informazioni e iscrizioni: Servizio nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità; Ufficio nazionale per i Problemi sociali e il lavoro