lunedì 29 gennaio 2018
Il via libera al King's College Hospital di Londra, contro il volere dei genitori. Il bambino ha 11 mesi e ha subito un grave danno cerebrale alla nascita.
La foto del piccolo Isaiah tratta da Facebook Save Isaiah Haastrup - page original

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L'Alta Corte del Regno Unito ha dato il via libera al King's College Hospital di Londra a staccare, contro il volere dei genitori, la spina al piccolo Isaiah, 11 mesi. Isaiah ha subito un grave danno cerebrale alla nascita per mancanza di ossigeno e sopravvive grazie ai macchinari per la ventilazione artificiale. Secondo i medici non risponde alle stimolazioni e il giudice concorda che non sia "nel suo miglior interesse" continuare così. I genitori contestano invece il verdetto, in una riedizione della vicenda recente del piccolo Charlie.

LA VICENDA

Il padre di Isaih, Lanre Hasstrup, un avvocato del sud di Londra, e la madre Takessha Thomas avevano chiesto il coinvolgimento di un team specialistico indipendente per ottenere una seconda opinione sul caso perché sono convinti che il piccolo abbia possibilità di sopravvivenza.

Il giudice dell’Alta Corte a cui era stato affidato il caso, Alistair McDonald, ha imposto ai media di non fare i nomi dei medici coinvolti nel caso.

Il caso ha fatto eco a quello del piccolo Charlie Gard, il bambino affetto da una rara malattia genetica al quale, dopo una lunga battaglia legale e il verdetto finale del giudice, i medici staccarono la spina lo scorso luglio poco prima che compisse un anno.

La mamma e il papà di Isaiah, entrambi 36enni ed entrambi di origine afro-britannica, si sono riservati di parlare con i loro legali prima di decidere ora il da farsi. Mentre Fiona Paterson, avvocato che ha rappresentato in giudizio l'ospedale, ha difeso l'orientamento dei medici e quello della Corte e ha parlato di elementi "schiaccianti" a favore del fatto che l'interruzione del trattamento sia "la miglior decisione nell'interesse di Isaiah", pur affermando che lo staff del King's College Hospital capisce "come nessun altro" il dolore dei genitori.

Il giudice MacDonald ha a sua volta dichiarato di aver esaminato il caso "nel miglior interesse di Isaiah" e di essere convinto, pur "con profonda tristezza", che "non sia nel suo miglior interesse proseguire il trattamento medico di sostegno alla vita".

"So che il bambino ha subito un danno, ma ha bisogno di amore e cure e io posso dargliele", ha replicato la madre Takesha. "Dire che è in condizioni troppo gravi per aver diritto di vivere - ha aggiunto - non è giusto, non sta a loro deciderlo". Secondo la donna, il figlio «risponde, lentamente, aprendo un occhio».

I genitori hanno la possibilità di fare ricorso contro il verdetto dell'Alta Corte. Tra le possibili ragioni di un ricorso c'è anche il fatto che il padre ha avanzato dubbi circa presunte negligenze dell'ospedale durante la nascita di Isaiah.

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