STEPCHILD, UN COLPO ALLE ADOZIONI
Un’altra picconata all’idea che ha ispirato la legge 184: il bambino al centro, «comprare non è amare». Il fine (avere un figlio) non può giustificare i mezzi (allora era il traffico di minori già nati, ora tutto si è complicato… ). Ciò vale per le coppie omosessuali e per quelle eterosessuali. Qui non è in discussione il desiderio di genitorialità: il punto è il "mezzo" con il quale si esaudisce quel desiderio, quali risorse si mettono in campo: economiche proprie e fisiche altrui, nel caso della maternità surrogata.«#iosonoundono», affermano i ragazzi adottivi che si confrontano sul sito internet dell’associazione Aibi. Potranno dire altrettanto di sé i ragazzi nati da un contratto? Quali risposte daranno alla fatidica domanda che i figli adottivi, da adolescenti, si pongono: da dove vengo? perché sto al mondo? Chi sono mio padre e mia madre? perché sono stato adottato? È venuto il momento, allora, di non confondere le acque, di ridare alla parola "adozione" il suo valore. Accogliere, essere accolto. Diventare figlio, finalmente. Crescere con un padre e una madre. E ora non si può più rinviare: spetta al governo rimettere l’adozione, quella regolata dalla legge 184, al centro del dibattito, fermo da troppo tempo su altre formule. Partendo dai bambini in effettivo stato di adottabilità per dare loro la famiglia cui hanno diritto (e non viceversa). Attuando la normativa, migliorandola, ma partendo da lì.Migliaia di famiglie italiane e altrettanti bambini già nati, soli, aspettano che siano tolti gli inciampi, come hanno chiesto peraltro 35 interpellanze parlamentari negli ultimi anni. Che ripartano i rimborsi, fermi al 2011, di parte delle spese (perché non tutte? Ormai, persino la fecondazione eterologa in molte Regioni è in sostanza gratuita…). Che funzioni al meglio la Commissione per le adozioni internazionali, che si razionalizzi l’albo degli Enti autorizzati. Insomma, è tempo che l’adozione, la "vera" adozione, ritorni a essere sinonimo di "amore", non pretesa di trasformare desideri in diritti.