La Hfea, l’autorità che in Gran Bretagna regola la fecondazione artificiale e l’embriologia, ha tentennato per qualche mese ma poi, come prevedibile, ha ceduto alle spinte. E ha, oggi, dato il via libera alla sperimentazione della controversa tecnica di concepimento di un bambino da tre genitori.
E così ancora una volta il Regno Unito, ignorando i pesanti dubbi che ancora circondano la nuova tecnica, ha portato a casa un altro, discutibile primato scientifico. Le cliniche della Gran Bretagna che avevano fatto richiesta di una licenza potranno da oggi offrire ai pazienti trattamenti di fecondazione assistita con donazione di mitocondri che determineranno la nascita di figli con materiale genetico proveniente da tre genitori.
La tecnica prevede di sostituire una piccola parte del Dna materno, contenuto negli ovociti dentro corpuscoli detti mitocondri, quando presenta anomalie. Sostituendo il Dna "malato" con quello di una donna sana, e procedendo con la fecondazione assistita, l’embrione avrà il Dna di due donne e un uomo. I primi bambini figli di tre genitori potranno nascere già l’anno prossimo. «Oggi è un giorno storico – commentato la presidente di Hfea, Sally Cheshire –. Credo che molte coppie saranno felici di questa decisione. Ma procederemo con grande cautela».
Hfea ha atteso di avere certezze scientifiche prima di dare il via libera, ma queste certezze ancora oggi non ci sono. Non è infatti cambiato nulla dallo scorso giugno quando uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature spiegava che gli ovociti modificati presentavano anche inspiegabili e gravi anomalie.
Paul Knopfler, esperto in cellule staminali, commentò che «la terapia di sostituzione mitocondriale non è pronta per l’uso negli esseri umani. Credo che la decisione di legalizzare questa tecnologia nel Regno Unito sia più politica che scientifica».
L’approvazione di questa tecnica attrarrà nuovi investimenti sulla ricerca britannica. La tecnica è già stata usata in Messico dove però non esiste un’autorizzazione che la renda legittima. Qui un team guidato da uno scienziato americano è riuscito in ottobre a far nascere il primo bimbo con Dna multiplo e ora spera di farne nascere altri 20 nel 2017.
Negli Stati Uniti invece la procedura è stata vietata dalla Fda, l’authority di farmacovigilanza. L’elevato numero di malformazioni fra i nati dai primi esperimenti, oltre agli aborti spontanei, spinsero le autorità pubbliche a fermare tutto. «La decisione di Hfea – commenta David King di Human Genetics Alert – apre le porte ai bambini "progettati". Permettere questa procedura è come dire che non esiste più una ragione logica a per non permettere la creazione di bambini geneticamente modificati».