«Profeti, Sibille, Cassandra e Tiresia dal lato greco; Samuele, Isaia, Geremia ed Ezechiele da quello ebraico: con un futuro spettacoloso che li vede tutti insieme nella volta della Cappella Sistina per mano di Michelangelo. La profezia deriva da ispirazione divina: Cassandra da Apollo, Tiresia da Zeus; i profeti biblici da Dio. La chiamata di ciascuno di essi possiede una forza teologica e poetica formidabile». Così inizia un bell'articolo di Pietro Boitani dedicato ai “professionisti del futuro”. Quelli cui ancora molti di noi chiedono lumi sui giorni a venire, cos'erano davvero anche nel mondo antico? Lo fa capire bene Boitani quando, a proposito della bella Cassandra, trova che nell'Iliade non faccia altro che constatare «la pura realtà» che ella coglie per prima, circa il cadavere di Ettore. «L'oracolo di Delfi - dice Eraclito - non dice e non nasconde: significa». Vede il futuro nelle pieghe del presente. Voce stessa di Dio, i profeti biblici, che riuscivano a capire quale sfacelo avrebbe fatto seguito alle testarde e reiterate violazioni della giustizia e della fraternità, con l'intelligenza della fede.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: