L'alimentare certo, ma anche l'energia e, quindi, un ambiente migliore per tutti. Il destino dell'agricoltura è da tempo non solamente legato a filo doppio alla produzione di cibo, ma anche ad altro. Soprattutto oggi, in un momento in cui a farla da padroni spesso sono l'esigenza di risparmiare e di conservare l'ambiente in maniera più attenta. Ovvio che al "destino" di produttore di alimenti l'agricoltura non si può certo sottrarre, ma accanto a questo, il suo ruolo di produttore di energia può crescere, anzi deve. Tutto senza contare le sfide che aspettano l'Italia e gli altri Paesi dell'Ue, alle prese con il negoziato per arrivare una nuova politica agricola comune dal 2013 in avanti che sia equilibrata e giusta. Anche perché accanto ai risparmi, dall'uso "energetico" delle risorse agricole ne possono derivare anche nuovi mercati, come quello della meccanizzazione. Bastano due conti per capire meglio.
Per produrre energia possono essere usate anche le cosiddette biomasse: l'impiego di quelle di origine agricola " secondo i dati dell' Italian Biomass Association Itabia " copre attualmente appena il 2-3% del fabbisogno energetico italiano, ma la materia prima vegetale, se opportunamente sfruttata, potrebbe arrivare a coprire addirittura il 10% dei consumi energetici del Paese. Tutto tenendo conto che l'Europa dal 2009 prevede che l'insieme delle energie rinnovabili debba arrivare a coprire, entro dieci anni, il 17% del fabbisogno nazionale. Il mercato, quindi, c'è. Anzi, a ben vedere potenzialmente c'è sempre stato. Bruciare paglia e legname, infatti, è il modo più antico di produrre energia, ma anche il più "moderno" dopo la crisi delle fonti fossili. Chi segue il comparto, poi, vede più in là e spiega come trasformate in cippato facilmente combustibile o confezionate in pratici pellet, fermentate all'interno di digestori per la produzione di biogas o utilizzate per produrre alcoli ed oli combustibili per motori a scoppio e motori diesel, le materie prime vegetali sono divenute una risorsa fondamentale per l'economia di ogni Paese. Che, tuttavia, deve essere curata e fatta crescere non solo con provvedimenti fatti su misura, ma anche potenziando l'indotto che può derivarne. Per questo, per esempio, è nata a Bologna Eima Energy: una sorta di rassegna specializzata dei prodotti, delle tecnologie e dei servizi per le fonti energetiche rinnovabili.
La produzione in grande scala di energia da fonti rinnovabili, potrebbe quindi essere una ulteriore strada, dopo quella dell'agriturismo e della conservazione dell'ambiente, per consentire all'agricoltura non solo di sopravvivere ma di crescere. Ma non sarà sufficiente. Soprattutto di fronte a quanto ancora in questi giorni sta accadendo. Prezzi troppo bassi all'origine, necessità di regole sul commercio alimentare chiare e rispettate e un riequilibrio dell'intero comparto, sono sempre di più vincoli di cui tenere conto per "garantire" un futuro alle imprese agricole.
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