Quest’anno il Diamante si è mostrato nel cielo di Alleghe, nelle Dolomiti, alle 8,40 del 19 marzo, 2 ore e 45 minuti prima dell’equinozio di primavera – quando la luce inizia a prevalere sul buio. Sopra Alleghe, da molto prima che qui vivessero uomini, poco prima dell’equinozio appare il Diamante. Sul Monte Civetta il sole sorgente in quell’ istante passa, fedele, in una fessura fra le Torri Alleghe e Valgrande: allora l’intensità del fiotto di luce, costretto nel piccolo varco e rifratto dalla dolomia delle rocce, splende come un diamante.
Lo sanno i vecchi dai loro nonni, e quelli lo sapevano dai loro vecchi. Da secoli sotto al Civetta si sa di quel riverbero d’oro, in un’alba attorno al 21 marzo. Forse un tempo era un segno atteso, ad indicare come sarebbe stata l’annata, e il raccolto? Perché, certo, se quel mattino c’è un cielo di nebbia, il Diamante resta nascosto.
E mi immagino le madri dei soldati sulle Tofane, nel massacro della Grande Guerra, o magari partiti per il Fronte russo, negli anni ’40: le madri che aspettavano un ritorno. Forse a marzo, dal bagliore dal Civetta, traevano un segno buono. Oppure, il cielo restando cieco, quelle madri si incupivano, in un presagio.
La vita tuttavia continuava a scorrere, le stagioni si ripetevano, i bambini nascevano – tanti. Era un mondo povero, prima dell’ultima guerra. Poi con lo sci e il turismo, ora con il marchio di Patrimonio dell’Unesco, molto è cambiato nelle valli dolomitiche. Stalle chiuse, e nei fienili esternamente intatti si sono ricavati bed and breakfast.
Non più tavolate con otto figli, nelle case. Le ultime mucche vengono deviate dal centro dei paesi, nel quotidiano andare al pascolo, per non sporcare la strada dei turisti. Per me, che nelle Dolomiti sono cresciuta da bambina, quelle valli sono molto cambiate.
Rimane la fedeltà delle cime più alte, dove nessuna funivia arriva, e il sole trae dalla roccia, all’alba e al tramonto, una straordinaria luce rosa. E chi la sta a guardare zittisce: nello thauma, lo stupore degli antichi. Come accadeva ad Alleghe in mille albe di equinozi di marzo, all’affacciarsi del Diamante dal Civetta. Quando le madri, già in piedi, un figlio al petto, alzavano lo sguardo oltre la finestra. E, forse, ringraziavano.
© riproduzione riservata

© Riproduzione riservata