Al banchetto
venerdì 28 marzo 2025
«Beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello!». Abbiamo fatto l’orecchio a questa beatitudine, che il sacerdote ripete in termini molto simili a ogni messa prima di offrire la comunione ai fedeli. Forse ignoriamo che egli in quel momento ripete una parola rivelata da un angelo all’apostolo Giovanni, nell’Apocalisse, prima di aggiungere, come a sottolinearne l’importanza: «Queste parole di Dio sono vere» (Ap 19,9). Come tutte le parole ripetute spesso, è ben probabile che non le ascoltiamo più veramente, o, in ogni caso, nel modo in cui dovremmo ascoltarle, nella fattispecie come una beatitudine che ci riguarda, come un invito non solo a comunicarci ma anche ad essere felici! C’è senz’altro della felicità nell’essere invitati a un banchetto di nozze, ma occorre prima di tutto rendersi conto che si tratta di un banchetto di nozze: questo richiamo ci spinge a vedere al di là delle apparenze, al di là della cornice talvolta banale della nostra celebrazione, per capire che quello che è in gioco è l’invito rivoltoci ad accogliere in noi la gioia del Regno di Dio; che il banchetto non è quello di un pezzetto di pane senza sapore, ma di tutte le meraviglie che Dio ha preparato per noi; che la felicità è data, lì, umilmente, senza condizioni, messa semplicemente nelle nostre mani. © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI