martedì 27 ottobre 2015
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​Gufi, sciacalli, spiriti maligni: quello descritto dalla Bibbia, soprattutto nei libri dei profeti, è un deserto tutt’altro che deserto. Sfogliando le pagine dell’Antico e del Nuovo Testamento, infatti, ci si accorge che le zone aride e secche sono l’ambientazione di numerosi racconti, terre frequentate da moltissimi personaggi e teatro di eventi prodigiosi. C’è parecchio traffico, insomma, nelle lande desolate e alle volte si parla del deserto anche con nostalgia, come fa il profeta Osea. Il motivo è presto detto: nella storia di Israele il deserto rappresenta il luogo in cui il popolo di Dio ha stretto una salda alleanza con il Signore, che si è preso cura dei suoi fedeli, sfamandoli addirittura per 40 anni. Tutto accade all’uscita dall’Egitto alla guida di Mosé: alle spalle c’è una vita da schiavi, davanti a sé Israele sogna di raggiungere la terra promessa ma nel mezzo c’è un cammino nel deserto di ben quattro decenni, la durata che secondo l’immaginario antico corrispondeva alla vita di tutta una generazione. Quel cammino nel deserto, reso più facile dalla manna, il cibo donato da Dio, è diventato il simbolo dell’itinerario che, attraverso la rinuncia a tutto quello che è superfluo, porta ogni essere umano a conoscere se stesso e a incontrare il Signore. Ma quello di Israele, non fu un cammino facile, poiché la tentazione di dubitare di Dio era costante: «Perché – si chiedeva il popolo – ci ha fatto uscire dall’Egitto, dove tutto sommato sopravvivevamo, per venire a morire nel deserto? Non è forse meglio adorare tutte quelle divinità che ci promettono un premio immediato, piuttosto che un Signore la cui richiesta è di seguirlo fidandosi ciecamente?». Sono le stesse domande che vengono poste a Gesù quando si ritira per quaranta giorni nel deserto e lì subisce le tentazioni del maligno: «Perché aspettare la ricompensa?» gli chiede il diavolo. «Non è meglio tutto e subito?». Ma il deserto nella Bibbia, oltre che il luogo della prova, è anche il luogo della speranza: nelle circa 400 volte in cui i testi fanno riferimento ad esso spesso non mancano gli eventi prodigiosi. Come quando nel mezzo del nulla Dio fa sgorgare una fonte di acqua per ricordare che lui c’è, è presente, aiuta chi si affida a lui. Insomma questo paesaggio misterioso per la Bibbia è un cammino che ci mette alla prova ma che ci fa riscoprire la pazienza oltre che le cose autentiche in grado di darci energia e forza per continuare. Per questo motivo leggendo i testi biblici non si può non esclamare: che meraviglia questo deserto!
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