lunedì 13 febbraio 2023
L'udienza alla Federazione Malattie Rare: mentre il Pontefice parla, diversi bambini
L'udienza di papa Francesco alla Fondazione Malattie Rare

L'udienza di papa Francesco alla Fondazione Malattie Rare - Vatican Media

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La buona politica non è difendere gli interessi di una categoria di appartenenza: è battersi per un servizio sanitario che sia per tutti. Buono e che non escluda nessuno. Lo ha sottolineato papa Francesco in occasione dell'udienza a una delegazione della Federazione Italiana Malattie Rare (UNIAMO). Parlando ai genitori di bambini affetti da sindromi rare e quindi spinti a organizzzarsi per far conoscere la propria situazione e far valere i propri diritti, Bergoglio ha sottolineato che, oltre a quello dell'associarsi, c'è «poi un altro valore, altrettanto importante ma diverso, su un piano sociale e anche politico. È la potenzialità che ha una realtà associativa come la vostra di dare un contributo decisivo al bene comune».

Nel caso specifico, si tratta di «migliorare la qualità del servizio sanitario di un Paese, di una regione, di un territorio» Infatti «la buona politica dipende anche dall'apporto delle associazioni, che, su questioni specifiche, hanno le conoscenze necessarie e l'attenzione verso persone che rischiano di essere trascurate».

L'udienza di papa Francesco alla Fondazione Malattie Rare

L'udienza di papa Francesco alla Fondazione Malattie Rare - Vatican Media

«Ecco il punto decisivo: non si tratta di rivendicare favori per la propria categoria, non è questa la buona politica; ma si tratta di battersi perché nessuno sia escluso dal servizio sanitario, nessuno sia discriminato, nessuno penalizzato» ha proseguito, «e questo a partire da un'esperienza come la vostra che è fortemente a rischio di emarginazione. Faccio un esempio: realtà come la vostra possono fare pressione perché si superino le barriere nazionali e commerciali per condividere i risultati delle ricerche scientifiche, così da poter raggiungere obiettivi che oggi appaiono molto distanti».

All'udienza c'è stato anche un fuoriprogramma: una bambina si è avvicinata mentre pronunciava il discorso, e a seguire altri bambini l'hanno imitata. Il Papa ha chiesto i loro nomi e ha donato rosari. «Questa è l'innocenza creativa dei bambini», ha commentato papa Francesco, ed «è meglio questo che il discorso», «è meglio questa spontaneità». «Noi prepariamo le cose da dire ma la realtà parla meglio delle idee», «il vero discorso l'hanno fatto loro», ha sottolineato il Papa parlando dei bambini. «Si sono avvicinati, con il sorriso e tendendo la mano per prendere il rosario, non sono scemi, lo fanno bene», ha aggiunto scherzando.

«Continuare a parlare non ha senso dopo questa predica vivente», ha concluso il Papa consegnando ai presenti il discorso che aveva preparato.

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