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Il Papa, al termine dell'udienza generale ha rivolto "un saluto particolarmente affettuoso" ai bambini ucraini, ospitati dalla Fondazione Aiutiamoli a vivere, dall'associazione Puer e dall'ambasciata di Ucraina presso la Santa Sede. "E con questo saluto ai bambini torniamo a pensare a questa mostruosità della
guerra e rinnoviamo le preghiere perché si fermi questa crudeltà selvaggia che è la guerra", ha riflettuto Francesco.
“L’anestesia dei sensi spirituali – questo è brutto – nell'eccitazione e nello stordimento di quelli del corpo, è una sindrome diffusa in una società che coltiva l’illusione dell’eterna giovinezza, e il suo tratto più pericoloso sta nel fatto che essa è per lo più inconsapevole”. A denunciarlo è stato il Papa all’udienza generale, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata alla vecchiaia.
Fare come Simeone e Anna, che “accettano di non essere protagonisti, ma solo testimoni”. E’ l’invito del Papa, nella parte finale della catechesi pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata alla vecchiaia. “E quando uno accetta di non essere protagonista ma si coinvolge come testimone, la cosa va bene: quell’uomo o quella donna sta maturando bene”, il commento a braccio di Francesco: “Ma se ha voglia di essere protagonista o niente, mai maturerà questo cammino verso la pienezza vecchiaia. La visita di Dio non si incarna nella loro vita, non li porta sulla scena come salvatori: Dio non prende carne nella loro generazione, ma nella generazione che deve venire. E perdono lo Spirito, la voglia di vivere con maturità, e si vive con superficialità”. “E’ la grande generazione dei superficiali, che non si permettono di sentire le cose con la sensibilità dello Spirito, in parte per pigrizia, in parte perché l’hanno persa”, ha detto ancora fuori testo il Papa: “E’ brutto quando una civiltà perde la sensibilità dello Spirito. Invece è bellissimo fare come Simeone e Anna, che conservano la sensibilità dello Spirito e sono capaci di capire le manifestazioni che sono davanti a loro. Così hanno capito che Gesù era la manifestazione di Dio”.
Per Francesco, c’è “grande commozione e grande consolazione quando ci sono sensi spirituali ancora vivi”: “La commozione e la consolazione di poter vedere e annunciare che la storia della loro generazione non è perduta o sprecata, proprio grazie a un evento che prende carne e si manifesta nella generazione che segue”.
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“Un atteggiamento del cristiano è stare attento alle visite del Signore: il Signore passa nella nostra vita, con l’ispirazione a essere migliore”. Così si è espresso, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza dedicata alla vecchiaia e all’esempio di Simeone e Anna. “La loro ragione di vita, prima di congedarsi da questo mondo, è l’attesa della visita di Dio”, ha spiegato Francesco: “Aspettavano che venisse Dio a visitarli, cioè Gesù. Simeone sa, per una premonizione dello Spirito Santo, che non morirà prima di aver visto il Messia. Anna frequenta ogni giorno il tempio dedicandosi al suo servizio. Entrambi riconoscono la presenza del Signore nel bambino Gesù, che colma di consolazione la loro lunga attesa e rasserena il loro congedo dalla vita. Questa è una scena di incontro con Gesù e di congedo”.
“La fedeltà dell’attesa affina i sensi”, ha fatto notare il Papa: “Del resto, lo sappiamo, lo Spirito Santo fa proprio questo: illumina i sensi. Lo Spirito è capace di fare questo: acuisce i sensi dell’anima, nonostante i limiti e le ferite dei sensi del corpo. La vecchiaia indebolisce, in un modo o nell’altro, la sensibilità del corpo: uno è un po’ cieco, uno è un po’ sordo… Tuttavia, una vecchiaia che si è esercitata nell’attesa della visita di Dio non perderà il suo passaggio: anzi, sarà anche più pronta a coglierlo, avrà più sensibilità per accogliere il Signore quando passa”.
Poi il Papa ha citato a braccio una frase di Sant’Agostino: “Ho paura di Dio quando passa, ho paura di non accorgermene e di lasciarlo passare”. “E’ lo Spirito Santo che prepara i sensi per capire quando il Signore ci sta facendo una visita, come ha fatto con Simeone e Anna”, ha proseguito Francesco, secondo il quale “oggi abbiamo più che mai bisogno di questo: di una vecchiaia dotata di sensi spirituali vivi e capace di riconoscere i segni di Dio, anzi, il Segno di Dio, che è Gesù. Un segno che ci mette in crisi – Gesù ci mette in crisi , perché è segno di contraddizione – ma che ci riempie di letizia”. “La crisi non necessariamente porta alla tristezza: a volte essere in crisi ti dà la pace”, ha aggiunto a braccio.
“Questo è quello che sente un anziano quando i nipoti vanno a parlare con loro: si sentono ravvivare, ‘la mia vita è ancora è qui’”. Così il Papa, che al termine della catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI ha ribadito sempre fuori testo: “E’ tanto importante andare dagli anziani, ascoltarli, parlargli, perché si fa questo scambio di civiltà, di maturità fra giovani e anziani, e così la nostra civiltà va avanti in modo maturo”. “ Solo la vecchiaia spirituale può dare questa testimonianza, umile e folgorante, rendendola autorevole ed esemplare per tutti”, la tesi di Francesco: “La vecchiaia che ha coltivato la sensibilità dell’anima spegne ogni invidia tra le generazioni, ogni risentimento, ogni recriminazione per un avvento di Dio nella generazione che viene, che arriva insieme con il congedo della propria”.
“E questo è quello che succede con un anziano aperto, con un giovane aperto”, ha aggiunto a braccio: “si concedono alla vita, ma consegnando la propria vita alla nuova generazione. Questo è il congedo di Simeone e Anna: ‘adesso posso andare in pace’”. “La sensibilità spirituale dell’età anziana è in grado di abbattere la competizione e il conflitto fra le generazioni in modo credibile e definitivo”, ha concluso il Papa: “Gli anziani con questa sensibilità sorpassano il conflitto, vanno oltre, all’unità, non al conflitto. Questa sensibilità spirituale è cosa impossibile agli uomini, ma possibile a Dio. E oggi abbiamo tanto bisogno della sensibilità dello Spirito, di anziani saggi e maturi nello Spirito che ci diano una speranza nella vita”.
La visita sabato e domenica a Malta: "per andare alle sorgenti dell’annuncio del Vangelo"
“Sabato e domenica prossima mi recherò in viaggio apostolico a Malta”. Ad annunciarlo ai fedeli è stato il Papa, al termine dell’udienza di oggi, prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana. “In quella terra luminosa – ha proseguito Francesco – sarà un pellegrinaggio sulle orme dell’apostolo Paolo, che lì fu accolto con grande umanità dopo aver fatto naufragio in mare diretto a Roma”. Il viaggio a Malta, ha spiegato Francesco, “sarà un’occasione per andare alle sorgenti dell’annuncio del Vangelo, per conoscere di persona una comunità cristiana dalla storia millenaria e vivace, per incontrare gli abitanti di un Paese che si trova centro del Mediterraneo e a sud del continente europeo, oggi impegnato ad accogliere tanti fratelli e sorelle in cerca di rifugio”. “Fin d’ora saluto tutti voi, maltesi, e vi auguro buona giornata”, ha concluso il Papa: “Ringrazio quanti si sono impegnati per preparare questa visita e chiedo a ciascuno di accompagnarmi con la preghiera”.