Papa Francesco con i cardinali - .
Papa Francesco «dovendo rinnovare il Consiglio Cardinalizio, perché scaduto il mandato del precedente», ha nominato i membri del nuovo Consiglio i seguenti cardinali: Pietro Parolin, Segretario di Stato; Fernando Vérgez Alzaga, Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente del Governatorato dello SCV; Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo); Oswald Gracias, arcivescovo Metropolita di Bombay (India); Seán Patrick O'Malley, arcivescovo Metropolita di Boston (Stati Uniti); Juan José Omella Omella, arcivescovo Metropolita di Barcelona (Spagna); Gérald C. Lacroix, arcivescovo di Québec (Canada); Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Luxembourg; Sérgio da Rocha, arcivescovo Metropolita di São Salvador da Bahia (Brasile).
L’annuncio è stato dato nel bollettino odierno della Sala Stampa vaticana. Rispetto al precedente Consiglio che risultava essere composto da sette porporati vengono confermati i cardinali Parolin, il cappuccino O’Malley, Gracias e il cappuccino Ambongo. Mentre escono di scena l’honduregno Oscar Andres Rodriguez Maradiaga, Giuseppe Bertello (predecessore di Vergez allo SCV) e il tedesco Reinhard Marx.
I primi due hanno già compiuto 80 anni.
I nuovi membri sono Vergez, Omella, Lacroix, il gesuita Hollerich e da Rocha. Nel comunicato si annuncia anche che segretario del nuovo C9 rimane il vescovo Marco Mellino, in carica dal 2020 quando subentrò a monsignor Marcello Semeraro, ora cardinale. Mentre non viene specificato chi sarà coordinatore, ruolo ricoperto ininterrottamente dal cardinale Rodriguez Maradiaga.
Il primo Consiglio di cardinali è stato nominato il 13 aprile 2013, un mese dopo l’elezione di Papa Francesco. Era composto da otto porporati (tra cui Gracias e O’Malley) a cui venne aggiunto Parolin nell’aprile 2014.
Con un chirografo del 23 settembre 2013 papa Francesco istituzionalizzò formalmente il Consiglio, con il compito di aiutarlo “nel governo della Chiesa universale e di studiare un progetto di revisione della Costituzione Apostolica Pastor bonus sulla Curia Romana”.
Quest’ultimo compito si è esaurito lo scorso anno con la promulgazione della Praedicate Evangelium. Il Consiglio, precisava il Papa, avrà un numero variabile di componenti («Mi riservo di configurare nel modo che risulterà più adeguato»), e «sarà un’ulteriore espressione della comunione episcopale e dell’ausilio al munus petrinum che l’Episcopato sparso per il mondo può offrire».