sabato 16 novembre 2019
Seimila tra medici, infermieri, ricercatori, tecnici, dipendenti, dirigenti, volontari, specializzandi e pazienti con le associazioni e le famiglie in l’Aula Paolo VI in Vaticano
Papa Francesco: «Non c’è cura senza ricerca»
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Un esercito di passeggini all'ingresso e all'interno tanti bambini che aspettano il Papa seduti perfino intorno alla sua sedia sul palco. Così per una mattina i “padroni” dell’Aula Paolo VI sono proprio i piccoli, i pazienti e le famiglie dei bimbi in cura o guariti nell'ospedale Bambino Gesù. Ad accompagnarli altrettanti medici e infermieri, ma non tutti, perché molti sono lì con il cuore visto che il centro pediatrico è aperto e si devono occupare dei piccoli malati che non hanno potuto lasciare nemmeno per qualche ora l’ospedale. Sono proprio i più piccoli, o meglio “l’autorità morale dei bambini” come l’ha chiamata papa Francesco, “il criterio di discernimento delle scelte future” di questa struttura. Sono loro infatti, ribadisce Bergoglio, “che comandano i nostri lavori, i nostri pensieri e le nostre azioni”. Anche perché, continua a braccio il Papa, solo stando accanto ai bambini “impariamo a frequentare il futuro”. Ed il futuro significa continuare a dare le “migliori cure ad ogni bambino”, senza che nessuno si senta rifiutato.


Proprio per questo Francesco ha voluto stretti intorno a sé i bambini, una sessantina in maglietta gialla e mascherina sulla faccia, perché stanno iniziando a vedere la luce in fondo al tunnel della malattia. Commossi i loro genitori in prima fila, scoppiano in una risata anche quando uno di loro improvvisa un piccolo ballo sul palco. Il Papa ha chiesto agli adulti che dirigono l’ospedale “scelte coraggiose e rigorose al tempo stesso, generose e prudenti”, ha chiesto di trovare il modo di “promuovere sempre più i corridoi sanitari” per curare i bambini del mondo e di continuare ad investire in ricerca perché "non c'è cura senza ricerca". E si è fermato dal leggere il suo discorso preparato per benedire le mani dei medici e degli infermieri presenti in sala o in corsia perché “così possano aiutare i bambini nel loro percorso di malattia, nel ricovero e nell'uscita dalla malattia”. Vorrei, ha aggiunto il pontefice riferendosi agli operatori sanitari, che “non perdeste mai la capacità di scorgere il volto sofferente di un bambino anche dietro un semplice campione da analizzare, e di udire il grido dei genitori anche all'interno dei vostri laboratori”.
Poco prima era stata la presidente dell’ospedale Mariella Enoc a portare il saluto anche di alcuni medici e pazienti “assenti giustificati”, perché non si sono potuti allontanare dall'ospedale. “Questa è e vuole continuare a rimanere un’opera di carità”, ha detto la presidente Enoc, aggiungendo che l’ospedale “cercherà di continuare a curare tutti i bambini trovando gli spazi necessari e indispensabili, con grande rigore e pazienza”. Un equilibrio “difficile”, ha continuato, quello di discernere i passi da compiere quando “le richieste di aiuto sono tante ed è difficile dire no a chi cerca speranza”. Alla fine poi, Mariella Enoc ha chiesto al Papa di “continuare a volere bene a questo ospedale come ha saputo fare finora, con tenerezza e sguardo paterno”. I bambini, alla fine dei discorsi ufficiali, hanno circondato di affetto il Papa, consegnando lui una stola sacerdotale decorata con i disegni dei bambini della ludoteca ispirati al tema della salvaguardia del Creato, il fumetto “Un ospedale per papa Francesco” e il libro fotografico “Vite che aiutano la vita”.

IL TESTO INTEGRALE



"Una storia di bambini", un documentario di Monica Mondo per raccontare l'ospedale Bambino Gesù, il primo ospedale pediatrico italiano: su Tv2000 alle 23.20 il docufilm fatto di immagini e filmati d’epoca con i volti di oggi per raccontare come una storia di carità è diventata nel tempo una storia di scienza. Nato nel 1869 grazie a una donazione di una nobildonna, oggi il Bambino Gesù è il più grande policlinico e centro di ricerca pediatrico in Europa. Il suo più grande valore è la ricerca, che lega l’antica sede romana sul Gianicolo a tanti ospedali e ambulatori d’emergenza nel mondo, dove il Bambino Gesù fa formazione, perché il sapere di tanti giovani ricercatori e eccellenze mediche sia donato a tutti i bambini del mondo.

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