Papa Francesco al presidio sanitario (Ansa)
Si è fermato con tutti, in ogni stanza, salutando i pazienti e informandosi delle loro condizioni di salute e ringraziando medici e crocerossine per il loro servizio di questi giorni. Non si è fatto spaventare dalla pioggia papa Francesco e, come è consuetudine ormai nei venerdì della misericordia, ieri ha scelto il presidio sanitario che da una settimana in piazza San Pietro cura senzatetto e bisognosi, un dono per la terza Giornata mondiale dei poveri. Accompagnato dal presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, l’arcivescovo Rino Fisichella, il Papa poco dopo le 16 ha riempito i cuori dei pazienti che attendevano il proprio turno nell’ambulatorio con il suo sorriso. E loro hanno ricambiato con un lungo applauso.
Quando poi gli viene presentato il responsabile dei medici di famiglia, Francesco spiazza tutti con la sua simpatia. «Questo è il responsabile? Perché tutti gli altri sono irresponsabili?», ride mentre indica il resto dei camici bianchi. Gratitudine per loro che dedicano parte del proprio tempo per curare gratis i poveri e affetto sincero per quelle creature a molti invisibili che non hanno i soldi per pagarsi persino un banale farmaco.
C’è chi gli chiede una benedizione per i figli lontani, chi gli mostra la foto dei propri genitori il giorno del matrimonio e chi rimane impietrita e commossa nello stringergli la mano. «Non sono riuscita a dirgli nulla – racconta Roxana, ucraina in Italia come badante – è stata un’emozione forte, non so spiegare».
Non lesina invece di ascoltare le spiegazioni di ogni malanno dei poveri il Papa. Nel suo giro per gli ambulatori si ferma a chiedere ai medici che tipologie di problemi hanno più di frequente i senzatetto. Si intrattiene molto a parlare anche con il podologo, la novità di quest’anno del presidio, richiestissimo da chi vive in strada con scarpe vecchie e scomode. Poi la lunga sosta nella stanza di infettivologia, dove lo specialista Massimo Andreoni ha presentato a Francesco la novità che partirà da giovedì prossimo.
«Avremo un presidio itinerante di infettivologia che andrà ad eseguire per tutta Roma ai bisognosi test hiv, tbc, epatite», spiega, è «un modo per continuare ad occuparci di loro». Bergoglio ascolta attento e poi continua il suo giro fermandosi a toccare il capo di uno dei senzatetto che si è inginocchiato davanti a lui. E acconsentendo con pazienza ad ogni selfie richiesto. «Il Papa ha voluto ascoltare le storie di queste persone per molti invisibili – ha detto Fisichella una volta che Bergoglio è salito in macchina – che invece qui trovano accoglienza e ascolto, oltre che cure».
Ma il “pomeriggio della misericordia” non si è concluso qui. Il Papa infatti, lasciato il presidio, si è recato a inaugurare un nuovo centro di accoglienza notturna e diurna in Palazzo Migliori, a pochi metri dal Colonnato; una dimora dell’800 di quattro piani e 2mila metri quadri affidato all’Elemosineria apostolica e gestita dalla comunità di Sant’Egidio.
Ad accoglierlo infatti il cardinale Konrad Krajewski, il vescovo Nunzio Galantino, presidente dell’Apsa, Andrea Riccardi e Marco Impagliazzo, fondatore e presidente della Comunità di Sant’Egidio. Con loro si è recato prima nella cappella San Giorgio, affermando che «la bellezza guarisce», poi ha visitato i dormitori che ospiteranno fino a 50 persone e il refettorio intrattenendosi a tavola con alcuni ospiti e parlando della necessità di «educare i giovani alla compassione». Con il nuovo dormitorio «i poveri abiteranno al palazzo migliore. Solo questo», ha detto l’elemosiniere del Papa. Mentre Andrea Riccardi ha voluto sottolineare che «qui siamo di fronte al Vaticano, dentro e nel cuore del Papa. I poveri hanno casa davanti al Papa».