Prima della conclusione della giornata con la Messa nel parco di Simon Bolivar, papa Francesco ha tenuto il suo ultimo discorso della prima giornata in Colombia al direttivo del Consiglio episcopale latino americano (Celam) ricordando che l'eredità pastorale di Aparecida, "un tesoro la cui scoperta è ancora incompleta": non si può “ridurre il Vangelo a un programma a servizio di uno gnosticismo di moda” o a una “visione della Chiesa come burocrazia che si autopromuove”. Francesco ha insistito ancora sul “discepolato missionario”, quel “permanente uscire” con Gesù verso i fratelli usando gli “strumenti” di Cristo, “vicinanza e incontro”.
Alle donne latinoamericane papa Francesco ha riservato parole di grande ammirazione. Le ha definite "artigiane del bene”, che “accendono e riaccendono la fiamma della fede”, custodiscono “l’anima meticcia” e non meritano quindi di “essere ridotte a schiave del nostro recalcitrante clericalismo”. Loro sono “protagoniste nella Chiesa latinoamericana”.
La sintesi che papa Francesco lascia al Celam è condensata in una frase che è una direttiva pastorale: “Se vogliamo servire, come Celam, la nostra America Latina, dobbiamo farlo con passione. E ricorda l’esempio di San Toribio di Mogrovejo, che trascorse 18 dei suoi 24 anni da vescovo “nei paesi della sua diocesi”.
Papa Francesco dopo il saluto ai giovani colombiani, è rientrato nel Palazzo cardinalizio dove ha incontrato i vescovi della Colombia. E a loro ha rivolto un lungo discorso (TESTO INTEGRALE), ricordando loro che "la Colombia ha bisogno del vostro sguardo, sguardo di vescovi, per sostenerla nel coraggio del primo passo verso la pace definitiva, la riconciliazione, il ripudio della violenza come metodo, il superamento delle disuguaglianze che sono la radice di tante sofferenze, la rinuncia alla strada facile ma senza uscita della corruzione, il paziente e perseverante consolidamento della res publica, che richiede il superamento della miseria e della disuguaglianza". "Alla Chiesa non interessa altro che la libertà di pronunciare questa Parola", "riconciliazione". E per papa Francesco, "non servono alleanze con una parte o con l'altra, bensì la libertà di parlare ai cuori di tutti". "Proprio lì avete l'autonomia di inquietare, lì avete la possibilità di sostenere una inversione di rotta", ha osservato.
"Uno dei vostri illustri letterati scrisse parlando di uno dei suoi mitici personaggi: 'Non immaginavo che fosse più facile iniziare una guerra che concluderla'". Così, parlando ai vescovi della Colombia, papa Francesco ha nuovamente citato lo scrittore Gabriel García Márquez, e in particolare il suo capolavoro "Cent'anni di solitudine". "Tutti sappiamo - ha detto - che la pace esige dagli uomini un coraggio morale diverso. La guerra deriva da quanto di più basso c'è nel nostro cuore, la pace invece ci spinge ad essere più grandi di noi stessi. Poi, lo scrittore aggiungeva: 'Non pensavo che ci sarebbero volute tante parole per spiegare quello che si provava nella guerra, in realtà ne bastava una sola: paura'". "Non è necessario che vi parli di tale paura, radice avvelenata, frutto amaro e nefasta eredità di ogni conflitto - ha aggiunto -. Desidero incoraggiarvi a continuare a credere che si può agire diversamente, ricordando che non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura; lo stesso Spirito testimonia che siete figli destinati alla libertà della gloria ad essi riservata".
In un altro dei passaggi rilevanti, papa Francesco ha chiesto ai vescovi della Colombia di non avere paura "di alzare serenamente la voce per ricordare a tutti che una società che si lascia sedurre dal miraggio del narcotraffico trascina sé stessa in quella metastasi morale che mercanteggia l’inferno e semina dovunque la corruzione, e nello stesso tempo ingrassa i paradisi fiscali".
Papa Francesco: la Colombia ha bisogno di giovani che sappiano comprendere e perdonare
"Tenete viva la gioia, segno del cuore giovane, che ha incontrato il Signore. Nessuno potrà togliervela. Non lasciatevela rubare, abbiate cura di tale gioia che tutto unifica nel sapersi amati dal Signore. Il fuoco dell'amore di Cristo rende traboccante questa gioia ed è sufficiente per incendiare il mondo intero. Che cosa dunque potrebbe impedirvi di cambiare questa società e realizzare i vostri propositi? Non temete il futuro! Osate sognare grandi cose! A questo grande sogno, oggi vi voglio invitare". È il messaggio (TESTO INTEGRALE) che papa Francesco ha voluto lasciare ai giovani della Colombia, riuniti in piazza Bolívar.
Ai giovani papa Francesco ha chiesto di comprendere gli errori degli altri, ma anche di continuare a incontrarsi, perdonare quelli che hanno fatto loro del male e risanare il cuore, concedendo agli altri una seconda possibilità. E ancora, papa Francesco si è soffermato sulla necessità di riconoscere la sofferenza degli altri: "Per lasciarvi commuovere dalle necessità dei più fragili e dedicarvi a loro. Ma può anche succedere che siete nati in ambienti dove la morte, il dolore, la divisione sono penetrate tanto a fondo da lasciarvi quasi nauseati e come anestetizzati: lasciatevi ferire e mobilitare dalla sofferenza dei vostri fratelli colombiani!".
In questo modo "scoprirete il Paese" ha aggiunto il Papa, di fronte a una folla festante: "Sono sicuro che in voi c’è il potenziale necessario per costruire la nazione che abbiamo sempre sognato".
Prima del discorso pronunciato dal balcone del Palazzo cardinalizio papa Francesco era giunto a bordo della papamobile nella piazza Bolivar di Bogotà, affollata da decine di migliaia di persone festanti, tra cui circa 22mila giovani e aveva fatto il suo ingresso nella Cattedrale intitolata all'Immacolata Concezione.
Il Papa in preghiera silenziosa davanti al quadro di Nuestra Señora del Rosario de Chiquinquirá
Nuestra Señora del Rosario de Chiquinquirá è il titolo con il quale viene venerata Maria in molti luoghi dell'America latina. Il titolo è legato all'immagine conservata nella Basilica di Nostra Signora del Rosario di Chiquinquirá, nella città e diocesi di Chiquinquirá; l'immagine, dipinta da Alonso de Narváez su un telo di cotone tessuto secondo le tecniche usate dagli indios tra il 1560 e il 1562, è una delle più antiche testimonianze dell'arte religiosa cristiana in Colombia.
La sacra immagine, davanti a cui ha sostato in preghiera il Papa, era partita dal santuario di Chiquinquirá venerdì 1 settembre e resterà nella Cattedrale di Bogotà fino al 10 settembre. Anche papa Giovanni Paolo II aveva pregato di fronte alla patrona della Colombia, nel 1986, visitando proprio il Santuario di Chiquinquirá.
Papa Francesco al palazzo presidenziale di Bogotà per il primo discorso alle autorità
Papa Francesco ha lasciato la Nunziatura apostolica di Bogotà, a bordo di una utilitaria Chevrolet, per recarsi al Palazzo presidenziale Casa de Narino per l'incontro con le autorità istituzionali e la società civile della Colombia e la visita di cortesia al presidente della Repubblica Juan Manuel Santos, premio Nobel per la Pace nel 2016 per lo storico accodo con l'ex guerriglia delle Farc.
Dopo la resa degli onori militari e l'esecuzione degli Inni nazionali, il Capo dello Stato e il Papa hanno salutato alcuni bambini e fedeli, prima di tenere i loro discorsi ufficiali davanti alle alte cariche istituzionali e religiose, al corpo diplomatico, a esponenti del mondo imprenditoriale, culturale e della società civile.
"Grazie sua Santità per essere venuto fino a Colombia, ad accompagnarci e stimolarci per dare insieme a noi il primo passo verso la riconciliazione": ha sottolineato il presidente Juan Manuel Santos, accogliendo al palazzo presidenziale papa Francesco.
Papa Francesco: non siete soli, sono qui per incitare alla pace e alla riconciliazione
Nel discorso (TESTO INTEGRALE) di fronte al presidente della Colombia e alle autorità papa Francesco ha voluto ricordare "gli sforzi compiuti, negli ultimi decenni, per porre fine alla violenza armata e trovare vie di riconciliazione" nel Paese latinoamericano.
"Nell'ultimo anno certamente si è progredito in modo particolare; i passi avanti fanno crescere la speranza, nella convinzione che la ricerca della pace è un lavoro sempre aperto, un compito che non dà tregua e che esige l’impegno di tutti. Lavoro che ci chiede di non venir meno nello sforzo di costruire l’unità della nazione e, malgrado gli ostacoli, le differenze e i diversi approcci sul modo di raggiungere la convivenza pacifica, persistere nella lotta per favorire la cultura dell’incontro, che esige di porre al centro di ogni azione politica, sociale ed economica la persona umana, la sua altissima dignità, e li rispetto del bene comune".
Al tempo stesso il Papa ha chiesto a tutti i colombiani uno sforzo per "rifuggire da ogni tentazione di vendetta e ricerca di interessi solo particolari e a breve termine. Quanto più difficile è il cammino che conduce alla pace, tanto più impegno dobbiamo mettere nel riconoscere l’altro, sanare le ferite e costruire ponti, nello stringere legami e aiutarci a vicenda".
L'invito al presidente della Colombia e alle massime autorità del Paese è quello a "risolvere le cause strutturali della povertà che generano esclusione e violenza. Solo così si guarisce da una malattia che rende fragile e indegna la società e la lascia sempre sulla soglia di nuove crisi. Non dimentichiamo che l’ingiustizia è la radice dei mali sociali".
Nel suo discorso papa Francesco ha ricordato la meraviglia nello sguardo di san Pietro Claver da Cartagena e la necessità della Colombia di aprirsi al futuro con speranza: "Ieri e oggi, fissiamo lo sguardo sulle diverse etnie e gli abitanti delle zone più remote, sui contadini. La fissiamo sui più deboli, su quanti sono sfruttati e maltrattati, su quelli che non hanno voca perché ne sono stati privati, o non l’hanno avuta, o non è loro riconosciuta. Fissiamo lo sguardo anche sulla donna, sul suo apporto, il suo talento, il suo essere “madre” nei diversi compiti. La Colombia ha bisogno di tutti per aprirsi al futuro con speranza".
Papa Francesco: ascoltate i poveri, con i volti pieni di dolore
Ricordando che il Vangelo costituisce "una dimensione significativa del tessuto sociale colombiano" papa Francesco, in un altro dei passaggi del suo discorso ha citato l'inno nazionale della Colombia: "Vi chiedo di ascoltare i poveri, quelli che soffrono. Guardateli negli occhi e lasciatevi interrogare in ogni momento dai loro volti solcati di dolore e dalle loro mani supplicanti. Da loro si imparano autentiche lezioni di vita, di umanità, di dignità. Perché loro, che gemono in catene, comprendono le parole di colui che morì sulla croce".
Perché papa Francesco ha citato lo scrittore colombiano Gabriel Garcia Marquez?
Un altro passaggio significativo è la citazione da parte di papa Francesco del discorso del premio Nobel per la letteratura Gabriel Garcia Marquez che ricorda ai colombiani la lore nobile missione, l'utopia della vita dove nessuno possa decidere per gli altri: "Molto è il tempo passato nell’odio e nella vendetta… - ha sottolineato papa Francesco nel discorso rivolto alle autorità del Paese sudamericano -. La solitudine di stare sempre gli uni contro gli altri si conta ormai a decenni e sa di cent’anni; non vogliamo che qualsiasi tipo di violenza restringa o annulli ancora una sola vita. E ho voluto venire fino a qui per dirvi che non siete soli, che siamo tanti a volervi accompagnare in questo passo; questo viaggio vuole essere un incitamento per voi, un contributo che spiani un po’ il cammino verso la riconciliazione e la pace".