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“Perseguire, con sempre più convinzione, la via della giustizia, come via che rende possibile un’autentica fraternità in cui tutti sono tutelati, specie i più deboli e fragili”. È l’invito del Papa, che per la prima volta ha aperto l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, alla presenza del promotore di Giustizia, dei prelati uditori, degli officiali, degli avvocati e dei collaboratori del Tribunale.
“So che molti di voi sono impegnati in istituzioni preposte alla amministrazione della Giustizia ed alla tutela dell’ordine pubblico”, ha esordito Francesco, dopo il saluto del promotore di Giustizia, Gian Piero Milano: “Proprio per questo il vostro lavoro assume un valore prezioso, perché è garanzia non solo di ordine, ma soprattutto di responsabilità nella qualità delle relazioni interpersonali vissute nel nostro territorio”. La prima bussola additata dal Papa ai presenti è il Vangelo, che “ci insegna uno sguardo più profondo rispetto alla mentalità modana e ci mostra che la giustizia proposta da Gesù non è un semplice insieme di regole applicate tecnicamente, ma una disposizione del cuore che guida chi ha responsabilità”.
“La grande esortazione del Vangelo è quella di instaurare la giustizia innanzitutto dentro di noi, lottando con forza a emarginare la zizzania che ci abita”, ha ricordato Francesco: “Per Gesù è da ingenui pensare di riuscire a togliere ogni radice di male dentro di noi senza danneggiare anche il grano buono. Ma la vigilanza su noi stessi, con la conseguente lotta interiore ci aiuta a non lasciare che il male prenda il sopravvento sul bene”. “Davanti a questa situazione nessun ordinamento giuridico potrebbe salvarci”, il monito del Papa, che ha invitato ciascuno dei presenti “a sentirsi coinvolto non solo in un impegno esterno che riguarda gli altri, ma anche in un lavoro personale dentro ognuno di noi: la nostra personale conversione. È solo questa la giustizia che genera giustizia!”.
Le “azioni” della Santa Sede per contrastare l’illegalità nel settore della finanza a livello internazionale – anche tramite “presidi di sorveglianza e di intervento capaci di effettuare severi controlli” – “hanno recentemente portato alla luce situazioni finanziarie sospette, che, al di là della eventuale illiceità, mal si conciliano con la natura e le finalità della Chiesa e che hanno generato disorientamento e inquietudine nella comunità dei fedeli”. Lo ha riconosciuto il Papa, che nel discorso di inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano – una prima volta assoluta per Francesco – ha precisato: “Si tratta di vicende all'attenzione della magistratura, e devono essere ancora chiarite nei profili di rilevanza penale. Su di esse perciò non ci si può pronunciare in questa fase”.
“In ogni caso, premessa la piena fiducia nell'operato degli Organi giudiziari ed investigativi, e fermo restando il principio della presunzione di innocenza delle persone indagate, un dato positivo è che, proprio in questo caso, le prime segnalazioni sono partite da Autorità interne del Vaticano, attive, sia pure con differenti competenze, nei settori della economia e finanza”, ha fatto notare Francesco: “Questo dimostra efficacia e l’efficienza delle azioni di contrasto, così come richiesto dagli standard internazionali”.
“La legislazione vaticana ha subito, soprattutto nell'ultimo decennio, e in particolare nel settore penale, significative riforme rispetto al passato”, ha ricordato il Papa. “Alla base di queste importanti modifiche non vi è stata solo una naturale esigenza di ammodernamento, ma anche e soprattutto la necessità di rispettare impegni internazionali che la Santa Sede ha assunto anche per conto dello Stato Vaticano”, ha spiegato Francesco: “Impegni riguardanti soprattutto la protezione della persona umana, minacciata nella sua stessa dignità, e la tutela dei gruppi sociali, spesso vittime di nuove, odiose, forme di illegalità”.
Lo scopo principale di queste riforme, ha specificato il Papa, “va dunque, inserito all’interno della missione della Chiesa, anzi fa parte integrante ed essenziale della sua attività ministeriale”: per questo la Santa Sede si adopera “per condividere gli sforzi della comunità internazionale per la costruzione di una convivenza, giusta ed onesta, e soprattutto attenta alle condizioni dei più disagiati e degli esclusi, privati di beni essenziali, spesso calpestati nella loro dignità umana e ritenuti invisibili e scartati”. Alla cerimonia di inaugurazione era presente, tra gli altri, il nuovo presidente del Tribunale dello Stato Vaticano, Giuseppe Pignatone, nominato di recente dal Papa.