Ansa
Il Papa esorta i giovani a tendere la mano agli anziani, a non lasciarli soli, a mostrare verso di loro vicinanza e "tenerezza", proprio mentre quella della terza età è stata la categoria più bersagliata dalla pandemia da Coronavirus. Francesco, all'Angelus,
approfitta della ricorrenza dei santi Gioacchino e Anna, "i 'nonnì di Gesù", per "invitare i giovani a compiere un gesto di tenerezza verso gli anziani, soprattutto i più soli, nelle case e nelle residenze, quelli che da tanti mesi non vedono i loro cari".
"Cari giovani - afferma -, ciascuno di questi anziani è vostro nonno! Non lasciateli soli! Usate la fantasia dell'amore, fate telefonate, videochiamate, inviate messaggi, ascoltateli e, dove possibile, nel rispetto delle norme sanitarie, andate anche a trovarli". "Inviate loro un abbraccio - insiste il Papa -. Loro sono le vostre radici. Un albero staccato dalle radici non cresce, non dà fiori e frutti". "Per questo è importante l'unione e il collegamento con le vostre radici - aggiunge il Pontefice -. 'Quello che l'albero ha di fiorito, viene da quello che ha di sotterrato', dice un poeta della mia Patria. Per questo vi invito a fare un applauso grande ai nostri nonni, tutti!".
Il richiamo per gli anziani del Papa - ribadito anche via Twitter - viene subito sottolineato positivamente da esponenti della Comunità di Sant'Egidio, che in questi mesi si sono mobilitati, anche a livello internazionale, con la campagna "Senza anziani
non c'è futuro".
Ma, sempre dopo la preghiera mariana domenicale, il Papa rivolge nuovamente il suo sguardo ai territori di conflitto. E il suo pensiero va alla tormentata Ucraina orientale. "Ho appreso - scandisce - che un nuovo cessate il fuoco riguardante l'area del Donbass è stato recentemente deciso a Minsk dai Membri del Gruppo di Contatto Trilaterale". "Mentre ringrazio per questo segno di buona volontà volto a riportare la tanto desiderata pace in quella martoriata regione - prosegue Francesco -, prego perché quanto concordato sia finalmente messo in pratica, anche attraverso un effettivo processo di disarmo e di rimozione delle mine". "Solo così - conclude - si potrà ricostruire la fiducia e porre le premesse per la riconciliazione, tanto necessaria e tanto attesa dalla
popolazione".