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“L’ora dell’annuncio gioioso e l’ora della persecuzione e della Croce vanno insieme”. A farlo notare è stato il Papa, nell’omelia della Messa del Crisma, celebrata oggi nella basilica di San Pietro. “L’annuncio del Vangelo è sempre legato all’abbraccio di una Croce concreta”, ha spiegato Francesco: “La luce mite della Parola genera chiarezza nei cuori ben disposti e confusione e rifiuto in quelli che non lo sono. Questo lo vediamo costantemente nel Vangelo. Il seme buono seminato nel campo porta frutto – il cento, il sessanta, il trenta per uno –, ma risveglia anche l’invidia del nemico che ossessivamente si mette a seminare zizzania durante la notte. La tenerezza del padre misericordioso attrae irresistibilmente il figlio prodigo perché ritorni a casa, ma suscita anche l’indignazione e il risentimento del figlio maggiore. La generosità del padrone della vigna è motivo di gratitudine per gli operai dell’ultima ora, ma è anche motivo di aspri commenti per i primi, che si sentono offesi perché il loro padrone è buono. La vicinanza di Gesù che va a mangiare con i peccatori guadagna cuori come quello di Zaccheo, quello di Matteo, quello della Samaritana ma provoca anche sentimenti di disprezzo in coloro che si credono giusti. La magnanimità di quell’uomo che manda il suo figlio pensando che sarà rispettato dai vignaioli, scatena tuttavia in essi una ferocia fuori da ogni misura: siamo di fronte al mistero dell’iniquità, che porta a uccidere il Giusto”.
“Tutto questo ci fa vedere che l’annuncio della Buona Notizia è legato misteriosamente alla persecuzione e alla Croce”, ha ribadito il Papa, citando Sant’Ignazio di Loyola, che “nella contemplazione della Natività, esprime questa verità evangelica quando ci fa osservare e considerare quello che fanno San Giuseppe e la Madonna: ‘Per esempio, camminano e si danno da fare perché il Signore nasca in un’estrema povertà e, dopo aver tanto sofferto fame e sete, caldo e freddo, ingiurie e oltraggi, muoia in croce. E tutto questo per me’”.
IL TESTO INTEGRALE DELL'OMELIA DEL PAPA
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“La grande croce dell’umanità e le piccole croci nostre non dipendono dalle circostanze”
“Non meraviglia constatare che la Croce è presente nella vita del Signore all’inizio del suo ministero e perfino prima della sua nascita”. Lo ha detto il Papa, che nella seconda parte dell’omelia della Messa del Crisma si è riferito esplicitamente al rinnovo delle promesse sacerdotali, commentando la “precoce presenza della Croce – dell’incomprensione, del rifiuto, della persecuzione – all’inizio e nel cuore stesso della predicazione evangelica”. La Croce, ha ricordato Francesco, “è presente già nel primo turbamento di Maria davanti all’annuncio dell’Angelo; è presente nell’insonnia di Giuseppe al sentirsi obbligato ad abbandonare la sua promessa sposa; è presente nella persecuzione di Erode e nei disagi che patisce la Santa Famiglia, uguali a quelle di tante famiglie che devono andare in esilio dalla propria patria”. “Questa realtà ci apre al mistero della Croce vissuta da prima”, ha commentato il Papa: “Ci fa comprendere che la Croce non è un fatto a posteriori, occasionale, prodotto da una congiuntura nella vita del Signore. È vero che tutti i crocifissori della storia fanno apparire la Croce come se fosse un danno collaterale, ma non è così: la Croce non dipende dalle circostanze”. “La grande croce dell’umanità e le piccole croci nostre non dipendono dalle circostanze”, ha aggiunto a braccio. “Perché il Signore ha abbracciato la Croce in tutta la sua integrità? Perché Gesù ha abbracciato la passione intera? “, si è chiesto Francesco: “Ha abbracciato il tradimento e l’abbandono dei suoi amici già dall’ultima cena, ha accettato la detenzione illegale, il giudizio sommario, la sentenza sproporzionata, la cattiveria senza motivo degli schiaffi e degli sputi gratuiti… Se le circostanze determinassero il potere salvifico della Croce, il Signore non avrebbe abbracciato tutto. Ma quando è stata la sua ora, Egli ha abbracciato la Croce intera. Perché nella Croce non c’è ambiguità! La Croce non si negozia”.
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“Il Signore ci dà sempre quello che chiediamo, ma lo fa nel suo modo divino”
Il Papa ha concluso l’omelia della Messa del Crisma, celebrata nella basilica di San Pietro, con un ricordo personale. “Una volta, in un momento molto buio della mia vita, chiedevo una grazia al Signore, che mi liberasse da una situazione dura e difficile”, ha raccontato: “Sono andato a predicare gli esercizi spirituali ad alcune religiose e l’ultimo giorno, com’era abituale in quel tempo, si sono confessate. È venuta una suora molto anziana, con gli occhi chiari, proprio luminosi. Era una donna di Dio. Allora ho sentito il desiderio di chiederle per me e le ho detto: ‘Suora, come penitenza preghi per me, perché ho bisogno di una grazia, la chieda al Signore. E se lei la chiede al Signore, me la darà di sicuro’. Lei ha fatto silenzio, ha aspettato un bel po’, come se pregasse, e poi mi ha guardato e mi ha detto: ‘Certamente il Signore Le darà la grazia, ma non si sbagli: la darà con il suo modo divino’”. “Questo mi ha fatto tanto bene”, ha rivelato Francesco: “sentire che il Signore ci dà sempre quello che chiediamo, ma lo fa nel suo modo divino. Questo modo implica la croce. Non per masochismo, ma per amore, per amore sino alla fine”.
La Messa del Crisma è stata concelebrata dal Papa con alcuni cardinali e vescovi, con i superiori della Segreteria di Stato e con i membri del Consiglio presbiteriale della Diocesi di Roma. Nel corso della celebrazione eucaristica, come è tradizione il Giovedì Santo, i sacerdoti hanno rinnovato le promesse fatte al momento della loro ordinazione. Il Papa ha benedetto poi l’olio degli infermi, l’olio dei catecumeni e il crisma.
Fotogramma d'archivio
Anche quest’anno a causa dell’emergenza sanitaria ancora in corso, la presenza dei fedeli nella basilica vaticana è ristretta, in modo da rispettare le misure restrittive imposte per impedire la diffusione del contagio.
Nel pomeriggio, con la Messa in Coena Domini, presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio, ha poi inizio il Triduo pasquale.
Il video della Messa crismale celebrata dal Papa